Il turismo rappresenta il settore oggi maggiormente colpito dall’emergenza generata dall’epidemia da Covid-19. Le misure di lockdown volte a contenere il diffondersi dell’epidemia stanno cambiando le scelte che gli operatori e i singoli avevano fatto in vista della stagione estiva e di quella invernale.
Per questo motivo, crediamo necessario rafforzare e porre in sinergia il settore turistico con quello dell’offerta culturale e territoriale della Valle d’Aosta.
Turismo
Les différents lieux du territoire valdôtain portent tous une dénomination toponymique qui est en train de disparaître ou, pire encore, d’être dénaturée par une mauvaise interprétation des noms originaux des prés, champs, villages ou de n’importe quel endroit, proche ou éloigné des centres habités.
Comment est-il possible qu’une Commission, voulue par notre Administration Régionale, dans le but d’améliorer notre toponymie, ait complètement échoué son objectif, arrivant à soumettre notre langue, le patois, à des règles déterminées aussi catégoriques et rigides qui, finalement, par le biais de fausses inférences et d’évidentes incohérences, ont porté au massacre de nos toponymes traditionnels?
Suite à la volonté de différentes Administrations communales d’officialiser les toponymes et de les afficher sur des pancartes et compte tenu de l’incohérence et de la cacophonie produits par certaines commissions chargées d’effectuer ce travail dans les Communes qui ont déjà pourvu à cela, pour éviter un massacre des noms de nos villages ou de nos campagnes, il sera nécessaire de constituer une Commission afin de revoir les critères et les principes adoptés pour mieux évaluer et étudier ces cas bizarres en évitant qu’ils puissent se reproduire.
Le résultat de ce travail sera à la base d’une réforme législative sur l’exemple de la « Loi 101 » du Québec pour mieux valoriser notre particularisme et nos langues.
Aosta Capitale
La riforma che intendiamo porre in essere in materia di gestione dell’offerta e della promozione turistica verte principalmente su due linee di indirizzo che si integrano nell’attività di evoluzione regolamentare e dei meccanismi di incentivazione ad oggi già presenti a livello regionale ed in particolare:
- un rinnovato modello organizzativo per la promozione turistica che sia definito a partire dalla programmazione e l’attuazione delle azioni di promozione e commercializzazione dell’offerta del territorio regionale nelle sue componenti turistiche, culturali, eno-gastronomiche, dell’artigianato tipico e dello sport;
- crediamo nella necessità di costituire un Ente Unico regionale cui sarà attribuita la funzione di regia unica del turismo valdostano e centrale operativa in tale ambito, destinato ad assorbire le funzioni attualmente svolte dalle diverse strutture dell’Amministrazione regionale.
Il rinnovamento del modello turistico della Valle d’Aosta dovrà tenere conto delle evoluzioni che stavano modificando le preferenze in termini di servizi e attrazioni richieste dalla domanda turistica, bensì anche degli effetti determinati dall’epidemia da Covid-19 che oltre a modificare nel breve periodo le nostre abitudini comportamentali e sociali modificheranno significativamente le scelte di spostamento e soggiorno dei singoli frequentatori della nostra Valle.
Per questo motivo, il nuovo modello turistico che la Valle d’Aosta dovrà adottare dovrà tenere conto delle vecchie necessità e delle nuove esigenze ed essere “messo a terra” nel più breve tempo possibile, in quanto la concorrenza è oggi ampia e in certi casi spietata, tutt’altra cosa sono invece i tempi richiesti dall’attuale modello organizzativo del settore pubblico in genere.
In particolare, per evitare situazioni spiacevoli di concorrenza sleale, occorrerà creare nell’ambito della legislazione regionale, come di seguito indicato, regole chiare che definiscano ad esempio l’utilizzo di appartamenti e camere private attraverso l’affitto a breve termine e la loro concessione anche tramite sistemi di prenotazione elettronica e social media. Altro aspetto fondamentale, sarà quello di adottare sempre più misure tra di loro coerenti ed integrate al fine di migliorare le modalità di arrivo e partenza dei turisti e i loro spostamenti all’interno della Regione tramite l’impiego di mezzi di trasporto pubblici e alternativi in linea con i più moderni ed avanzati standard ecologici e di sostenibilità.
In particolare l’attività di riforma normativa si concretizzerà nell’adozione dei seguenti interventi legislativi:
- una nuova legge regionale recante disposizioni in materia di incentivi di natura urbanistica per la riqualificazione di fabbricati e di aziende turistici al fine di favorire interventi di ampliamento degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, delle aziende alberghiere e degli esercizi di affittacamere, ridefinendo l’attuale disciplina regionale, nonché per la concessione di incentivi volumetrici per gli interventi di riqualificazione o ampliamento di aziende alberghiere e per favorire la riconversione di fabbricati attualmente vincolati da destinazione alberghiera e localizzati in zone che hanno perso attrattività turistica;
- una disciplina in materia di attività di organizzazione ed intermediazione di viaggi e soggiorni turistici: l’intervento legislativo è destinato a colmare un vuoto legislativo in materia, in quanto la Valle d’Aosta è infatti l’unica regione italiana a non aver ancora provveduto a dotarsi di un proprio strumento di regolazione delle attività di agenzia di viaggi e turismo e di tour operator;
- una legge per disciplinare le attività di locazione per scopi turistici di camera, appartamenti e case arredati;
- una riforma completa della disciplina regionale in materia di imposta di soggiorno.
Sostegno al settore dell’intrattenimento del vivo
Anche a seguito della crisi che ha colpito fortemente i locali pubblici, crediamo utile al rilancio del settore l’incentivazione degli eventi di musica live nei piccoli locali (fino a 100 persone) favorendo al contempo l’emersione ai fini fiscali dei compensi degli artisti.
Attualmente, uno degli elementi che disincentivano l’attività della musica dal vivo è il costo della SIAE, che ammonta a 72 euro della pratica più il 10 % del fatturato della serata. Unito al cachet degli artisti, il costo di una serata per un locale di piccole dimensioni diventa facilmente più alto delle stesse entrate che esso può realizzare.
Crediamo nella possibilità di avviare un tavolo di confronto con la SIAE al fine di determinare un forfait annuo, per i locali che ne faranno richiesta, previa definizione di un apposito regolamento regionale che ne disciplini caratteristiche e modalità di esecuzione, nonché un registro degli artisti autorizzati al fine di permettere l’emersione di situazioni sommerse considerato che molti dei musicisti che fanno musica dal vivo non sono possessori di partita IVA (ovviamente entro i limiti previsti dalle leggi vigenti).
Turismo religioso
Oltre ai flussi turistici tradizionali dei mesi estivi e/o invernali, grandi potenzialità la Regione può esprimere durante il corso dell’intero anno. Particolari attenzioni e risorse saranno poste ai progetti volti allo sviluppo e all’incremento del turismo religioso attraverso la riscoperta di luoghi simboli della tradizione cattolica come i tanti Santuari mariani presenti sul territorio regionale.
Considerata la frequentazione, per ben 13 anni, della Valle d’Aosta dei Pontefici S. Giovanni Paolo II e Papa Emerito Benedetto XVI per le loro vacanze estive, attraverso un apposito progetto, eventualmente utilizzando lo strumento del parternariato pubblico privato (PPP) e del project financing, sarà promossa la creazione di un apposito comitato per lo studio di un importante opportunità turistica, unica in Valle d’Aosta.
Patrimonio Culturale
La sua particolare identità geografico-ambientale di Regione intra montes ha notevolmente influito sulle modalità insediative e sull’economia locale. Qui l’uomo è riuscito a rendere un ambiente dai caratteri naturali molto forti, col 60% delle terre oltre i 2000 m di quota, una montagna abitata fino ad alta quota; l’altitudine media, infatti, così come il limite altimetrico degli insediamenti umani permanenti, in Valle d’Aosta superano quelli di ogni altra regione italiana.
Il paesaggio diversificato e complesso che ne risulta, è il frutto della matrice rurale dell’economia agropastorale, che ne ha modellato la trama e i principali sistemi di relazioni. In questo contesto, dove ambiente e paesaggio sono un tutt’uno, spiccano i segni inconfondibili del patrimonio storico architettonico e archeologico, come gli straordinari siti pre e protostorici, le vestigia di epoca romana, i castelli, i palazzi nobiliari, le chiese parrocchiali coi loro piccoli ma preziosi musei; opere che, nella loro diversità, testimoniano l’evolversi delle scienze e delle arti unitamente agli aspetti sociali, economici e culturali. Accanto alle emergenze monumentali, oltre 1.200 nuclei storici di varia dimensione, origine e caratterizzazione (bourgs, villes, villages e hameaux), costellano la regione e documentano l’organizzazione territoriale nel corso del tempo. La Valle d’Aosta presenta un patrimonio ricco di valori e significati profondamente radicati nelle culture locali e che identificano la sua immagine e identità culturale nel panorama europeo.
Una Regione dove le bellezze naturalistiche, paesaggistiche e culturali si fondono in una suggestiva alchimia con l’uomo e la sua storia. Una storia plurimillenaria fatta di transiti, passaggi, scambi e sfide. Una Regione da sempre strategico “crocevia” di popoli dove le catene montuose non hanno mai rappresentato uno sbarramento ma una possibilità di contatto e di incontro. I nomi stessi dei due valichi più importanti, a ben vedere, riecheggiano le dinamiche storico-culturali di questa terra intramontana: il colle del Gran San Bernardo, anche detto Alpis Poenina, vede l’incontro tra la massima divinità dell’Olimpo romano, Giove, e del celtico Penn, divinità autoctona delle vette. Il colle del Piccolo San Bernardo, invece, anche noto come Alpis Graia, ricorda il mitico passaggio del Graium numen, cioè di Ercole, nel suo epico viaggio oltre le montagne verso le terre dell’estremo Occidente.
Una spiccata vocazione itineraria, dunque, ancora oggi ben rappresentata dai due importanti trafori del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, che sin da età remote ha connotato e plasmato la storia, e quindi l’identità, di questa terra alpina. Dai primi abitanti neolitici che aravano la piana a ovest di Aosta, ai clan dell’Età del Rame “gemelli” dei confinanti elvetici che ci hanno lasciato uno straordinario patrimonio megalitico. Dai Salassi, abitanti di queste montagne dall’Età del Ferro fino all’arrivo di Roma, signori dei valichi e figli delle rocce, abili minatori e astuti commercianti, fino ai fasti dell’Augusta Praetoria romana, vera colonia a immagine dell’Urbe, baluardo imperiale ai piedi delle Alpi.
Una età tardoantica fatta di mutamenti importanti, un’età di ulteriore transito verso le prime forme architettoniche cristiane e le coeve occupazioni delle possenti vestigia romane da parte delle famiglie più importanti. Per giungere ad un Medioevo intenso e combattuto in cui, ancora, il territorio è stato il primo discrimine determinando un serrato zigzagare di profili turriti, simbolo di ricchezza, potere e controllo dei transiti. Una età di mezzo che ha lasciato anche un ricco e variegato patrimonio ecclesiastico: dalla paleocristiana chiesa di San Lorenzo a quel capolavoro di arte romanica che è il chiostro della Collegiata dei SS. Pietro e Orso fino alla grande fabbrica della Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Discorso analogo vale per il Rinascimento in cui si fa protagonista la figura del Priore illuminato Giorgio di Challant la cui vasta e raffinata cultura si riflette su molti suoi interventi e committenze manifestando la doppia natura di una terra “bifronte” capace di guardare tanto verso le terre transalpine quanto verso le corti d’Italia.
Successivamente si fa sempre più forte la presenza sabauda in Valle che si riflette nell’adesione a precisi canoni culturali e politici. Un’influenza che vedrà esaltato il rilievo geografico di questa cruciale terra di confine a metà strada tra Chambéry e Torino.
Un Settecento rivoluzionario e controverso, con una Francia di volta in volta insidiosa e alleata.
Il passaggio, quindi, dal Ducato di Savoia al Regno di Sardegna fino all’annessione all’Italia nel 1861: una continua fluidità di confini in cui, tuttavia, la Valle d’Aosta non ha mai smesso di conservare le proprie specificità linguistiche e culturali.
Da sottolineare, altresì, un patrimonio immateriale anch’esso determinante nella caratterizzazione regionale. Le tradizioni, l’artigianato, l’eredità linguistica francoprovenzale unita a nuclei di matrice germanica, rappresentano infatti un aspetto forte e rilevante che continua ad essere alimentato, conservato e valorizzato grazie a sentite e partecipate ricorrenze pubbliche nonché veicolato alle giovani generazioni sin dalle scuole dell’infanzia. Tutto questo costituisce un’eredità preziosa e imprescindibile di cui l’intera collettività dev’essere supportata a prendere coscienza affinché sia sempre fiera e orgogliosa di abitare questi luoghi e di appartenere alla comunità valdostana.
Valle d’Aosta: una regione, dunque, in cui le bellezze naturalistiche, paesaggistiche e culturali si fondono in una suggestiva alchimia con l’uomo e la sua storia. Dobbiamo perciò avere coscienza di questo immenso e variegato patrimonio che occorre tutelare, conoscere, valorizzare e comunicare in ogni declinazione possibile. Il nostro territorio è una terra cardine, oltre che storico crocevia, tra mondo nordico e Mediterraneo. E proprio sui questo DNA itinerario fonda la sua evoluzione storica, visibile e apprezzabile ancora oggi.
A partire da una trama di percorsi dalle origini diversificate; alcuni storicamente attestati sin dall’antichità quali le vie di transito in quota utilizzate sin da epoca preistorica, la strada romana delle Gallie, su cui si sono successivamente impostati la Via Francigena e il Cammino di San Martino. Altri, invece, nati dalle esigenze della società contadina: piste poderali, mulattiere, sentieri di collegamento tra i terrazzamenti agricoli. Itinerari che, messi a sistema tra loro, consentono di scoprire zone ancora poco note sebbene profondamente caratteristiche della più autentica vita rurale locale, delle abitudini, degli antichi mestieri, delle usanze e delle secolari tradizioni permettendo di unire i più noti castelli a siti meno conosciuti senza perdere di vista la stretta e costante interconnessione col territorio di fondovalle e dei due versanti.
In Valle d’Aosta la montagna stessa è cultura. La Valle d’Aosta deve potersi respirare e toccare, ovunque, la cultura della montagna senza mai dimenticarsi del suo antichissimo passato, deve saper vivere il presente e, cosa ancor più importante, deve saper guardare lontano per immaginare e costruire il proprio futuro.
Notre Mémoire
Une grande attention devra être portée à toutes les associations qui s’occupent de culture et du maintien de la mémoire du patrimoine immatériel, élément fondamental pour tout Peuple qui s’oppose à la globalisation et à l’homogénéisation sociale de l’identité.
Pour atteindre le but de transmettre aux générations futures l’empreinte de ce qu’a été notre passé et permettre aux chercheurs dans les domaines de l’anthropologie et de la sociologie de développer leurs études sur l’évolution d’une société bien définie, sera soignée l’institution de la Fondation “Vallée d’Aoste – Tradition et Renouveau” qui s’occupera aussi de continuer, améliorer et soutenir l’important travail de tous ceux qui se sont occupés, impeccablement et, souvent à titre de bénévoles, de répertorier d’innombrables témoignages au sein de leurs associations telles que, Avas, Centre d’Etude Francoprovençal, Centre d’Etudes Abbé Trèves, Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie, etc.