Territorio, Edilizia e Opere Pubbliche

Lo Statuto Speciale per la Valle d’Aosta (Legge Costituzionale 26.02.1048, n. 4) prevede al Titolo II, art. 2, che “In armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico della Repubblica 1 e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali, nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica, la Regione ha potestà legislativa” in materia urbanistica e, in tale ambito, noi intendiamo esercitare la nostra autonomia in sino in fondo. Volontà rafforzata della grande incidenza che l’urbanistica e l’edilizia ad essa correlata, costituisce per l’intero settore produttivo della nostra Regione.

Urbanistica e Territorio

L’attuale disciplina urbanistica in Valle d’Aosta è scritta in strumenti quali il PTP e la LR 11/98 giunti a fine del loro lungo iter di redazione, nel 1998 ed oggi, a distanza di oltre venti anni, si dimostrano ampiamente superati: è indispensabile riscrivere nuovi codici nel settore, nuove regole e delineare nuove strategie. Nuovi approcci si devono esplorare, basati su politiche strutturali che intendono favorire uno sviluppo di lungo periodo attraverso la corretta qualificazione delle risorse proprie del nostro territorio.

Sino ad oggi la pianificazione urbanistica ha giocato fondamentalmente un ruolo di promozione e disciplina delle iniziative di espansione dello spazio costruito ed il consolidamento delle aree edificabili, considerando il territorio sotto il profilo delle realtà “omogenee”. Questo è stato il peccato originale di tanta materia urbanistica: sotto la dinamica dell’omogeneità si sono livellate tutte le eccellenze, tutte le peculiarità che fanno dei territori in genere e, particolarmente della nostra Regione, aree di identità, anziché aree omogenee.

Noi oggi pensiamo ad una disciplina urbanistica che inverta la rotta.

In questa rivoluzione copernicana, intendiamo che la pianificazione urbanistica diventi strumento attivo nel creare le condizioni affinché lo sviluppo sappia trarre i maggiori vantaggi dall’identità tipica e irriproducibile del territorio e della sua cultura, articolando il rapporto con la città, sotto il profilo della rigenerazione contestualizzata nel suo solco storico, garantendole ad un tempo, i massimi benefici e sapendo gestire e valorizzare tutta la rete di legami con il territorio circostante.

Si intende ridefinire i concetti di standards urbanistici, con il passaggio dallo standard quantitativo allo standard prestazionale e ridefinendo nuovi standards ecosostenibili e paesaggistici quali la “massa dendrica”, come compensativo della massa edificata.

I parametri edilizi dovranno essere proporzionati non solo all’indice fondiario, ma alla virtuosità dei progetti sotto il profilo delle dinamiche paesaggistiche, storico-identitarie, sociali ed ambientali (efficientamento energetico coerente con il ciclo di smaltimento futuro delle apparecchiature e dei materiali; filiera di produzione a chilometro zero…).

Le destinazioni d’uso dovranno essere disciplinate con adozione di nuovi modelli abitativi basati sulle azioni sociali di iniziativa privata (co-housing con funzione di servizi sociali), da gestirsi attraverso premi volumetrici e superamento di vincoli normativi; favorire la flessibilità delle destinazioni d’uso secondo i principi di rigenerazione urbana fondati su meccanismi di “mixité”. Per la normativa sismica, sosteniamo l’allineamento della normativa vigente ai reali parametri di accelerazione sismica nelle diverse parti del territorio valdostano con ridefinizione della classe sismica dei singoli territori.

Quanto ai Beni Culturali e Paesaggistici, sono la risorsa unica e irriproducibile e devono costituire l’ossatura dell’intero prodotto Valle d’Aosta, attraverso la formazione di un piano integrato di tutela e valorizzazione dei Beni Culturali, in sinergia con il mondo accademico, con gli Ordini professionali, con le categorie imprenditoriali e negli approfondimenti dei canali di finanziamento europei (promuovendo i meccanismi dei procedimenti concorsuali) ed attraverso la realizzazione di una regia di rete del patrimonio culturale e del patrimonio paesaggistico in relazione all’attività turistica del nostro territorio, elevandone la competitività, secondo meccanismi di peculiarità

identitaria, anziché su dinamiche di rapporto di prezzo.

Valorizzazione paesaggistica dell’acqua: attenzione alla risorsa idrica, da declinarsi in tutti i suoi aspetti, con riscoperta della componente paesaggistica dell’acqua sul territorio promuovendo forme di fruizione di laghi, bacini, sponde fluviali e “ru” rurali e urbani, quale risorsa culturale e paesaggistica della nostra Regione e favorendo una disciplina urbanistica capace di gestire gli interventi di sfruttamento della risorsa idrica, in tale direzione. Non dimentichiamo temi apparentemente secondari quali l’illuminazione del territorio, favorendo l’efficientamento energetico e la valorizzazione paesaggistica del territorio regionale, in fase notturna, con la revisione dei sistemi di illuminazione pubblica secondo i criteri di riduzione dell’inquinamento luminoso e adeguato dosaggio dell’intensità luminosa, anche su impianti già esistenti e corretta evidenza luminosa su beni culturali e scorci paesaggistici.

Non ultimo, lavoriamo per il contrasto allo spopolamento di determinate aree territoriali con revisione ed approfondimento normativo, finalizzato a promuovere il riuso e il reinsediamento nelle aree del territorio regionale caratterizzate da spopolamento.

Opere Pubbliche

Riteniamo necessario valorizzare maggiormente il patrimonio regionale attraverso l’affidamento della sua gestione ad una struttura interna all’Amministrazione regionale, dotata dell’adeguato numero di risorse, formate nell’ambito, che agisca attraverso la definizione e l’aggiornamento continuo di un Piano di gestione manutentiva integrata degli edifici pubblici, con il quale si valutino le effettive potenzialità degli immobili (recupero, trasformazione, ristrutturazione, messa a reddito o capitalizzazione degli immobili), anche in vista della corretta definizione del Piano di valorizzazione o di alienazione, definendo i lineamenti di razionalizzazione d’uso degli edifici sotto-utilizzati o inutilizzati. Intendiamo, inoltre, costituire un audit energetico coerente con le più recenti normative in materia, che individui i programmi di intervento (in ordine di priorità) in base alle tipologie di edifici a maggiore consumo e con maggiore potenziale di risparmio energetico in rapporto all’investimento necessario (analisi costi/benefici), con impegno nell’individuazione dei percorsi necessari al reperimento di strumenti finanziari che attivino finanziamenti europei, capitali privati e garantiscano una maggiore leva finanziaria, favorendo l’avvio di un programma di lavori sui vari edifici pubblici con l’obiettivo di favorire il rilancio delle attività occupazionali nel settore edilizio.

Per quanto attiene alla gestione degli appalti, riteniamo fondamentale riappropriarci della nostra potestà legislativa in materia di Lavori Pubblici, attraverso la riedizione di una legge regionale sugli appalti (che recepisca il D. Lgs. 50/2016 e superi definitivamente la L.R. 12/1996 e successive modificazioni ed integrazioni) secondo gli obiettivi di favorire i procedimenti concorsuali, permettere un maggior accesso agli appalti delle imprenditorie locali, garantire il completamento dei lavori affidati ed incoraggiare le dinamiche del Project Financing.

Edilizia Privata

Il settore dell’edilizia privata rimane un campo connotato da iniziative spontanee in grado di auto-alimentarsi, alla sola condizione, però, che si organizzino le necessarie azioni di sblocco dei canali di finanziamento.

Il settore dell’edilizia privata non ha bisogno di politiche contributive mentre quelle di detrazione fiscale non riescono a rendere sostenibili tante iniziative private, ma il canale del credito rimane la via maestra e virtuosa e ruolo di una sana politica risulta percorrere la seguente ottica:

  • riavvio e completa copertura dei finanziamenti a favore dell’edilizia (mutuo prima casa e mutuo di ristrutturazione) in sinergia con la riforma del sistema dei fondi di rotazione;
  • coinvolgimento di gruppi finanziari e bancari con i quali stabilire accordi di agevolazione creditizia per il settore dell’edilizia privata e favorire il ruolo delle entità di co-finanziamento e di prestazione di garanzia finanziaria;
  • promozione del livello qualitativo degli interventi edilizi, sotto il profilo della sostenibilità ambientale intesa sia come impatto sulle emissioni di CO2 sia come impatto estetico e paesaggistico sul territorio e sia attraverso la valorizzazione storico-identitaria dello spazio costruito, attraverso meccanismi di graduatoria nell’ottenimento delle relative coperture finanziarie;
  • aggiornamento della disciplina di ampliamento prevista dalla LR 24/2009 (Legge Casa), attraverso l’inserimento di elementi di verifica degli aspetti estetico-architettonici nelle schede di sostenibilità ambientale, attraverso l’adeguamento normativo alla disciplina sismica, al fine di consentire una più ampia gestione dei volumi e delle forme, in particolare nelle sopraelevazioni ed, infine, attraverso il superamento dei limiti volumetrici massimi degli edifici nei casi di progetti particolarmente virtuose e nel caso di edilizia extra-alberghiera;
  • per le imprese, si intende promuovere i sistemi di rete, con individuazione di regolamentazioni che permettano, agli aderenti a tali reti, l’applicazione di meccanismi assimilabili alle dinamiche delle ESCO e prevedere regimi di aiuto in caso di regolarizzazione di posizioni contributive;
  • incoraggiamento e sostegno di filiere locali legate alla produzione di materie prime e di semilavorati per l’edilizia, secondo tecniche costruttive compatibili con la peculiarità e le disponibilità del territorio (esempio filiera  “bosco-legname da costruzione” o “coltivazione, trasformazione ed impiego edilizio della canapa, della paglia, del fieno”, etc.).

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