Sanità

Il cittadino dovrà essere posto al centro delle attenzioni delle politiche sanitarie regionali, declinate a loro volta in obiettivi di breve e medio termine con una particolare attenzione al territorio.

La revisione della Legge regionale 5/2000, la predisposizione del nuovo Piano regionale per la salute e il benessere sociale fermo al 2013 ed il conseguente Atto Aziendale ed il Piano attuativo Locale dovranno fornire gli indirizzi e gli obiettivi per addivenire ad una riorganizzazione dell’intero ambito sanitario regionale prevedendo una razionalizzazione della spesa, miglioramento delle prestazioni erogate sia in ambiente ospedaliero sia sul territorio.

Segnatamente a ciò nell’ambito dei servizi sanitari resi ai cittadini e ai pazienti valdostani, dovrà essere assolutamente prioritario affrontare due temi quali:

  • il depauperamento dei medici specialistici;
  • l’incremento delle liste di attesa (anche per effetto dello stop generato dalle misure di contenimento dell’epidemia da Covid-19).

Occorrerà definire una adeguata politica di programmazione ed individuazione dei costi standard al fine di dotare l’AUSL di una politica strategica efficiente e funzionale alle necessità. Questo in linea con il principio del CSO (Controllo Strategico Ospedaliero) che deve porre realmente l’assistito al centro dell’attenzione e innescare una logica basata sull’etica dei costi, inducendo gli operatori a chiedersi se un’attività è realmente utile, se è “fatta in modo efficiente” oppure se sono state sprecate risorse che potevano essere utilizzate per pazienti più bisognosi.

Queste conoscenze e la loro correlazione, oltre a consentire la determinazione dei costi standard, si concretizzano in reali strumenti di giustizia sociale, ridando al termine “efficienza” una giusta valenza morale, respingendo ogni logica utilitaristica nella gestione di una organizzazione sanitaria.

Al fine di accrescere l’efficienza, razionalizzare i costi, realizzare la migliore utilizzazione del personale, considerata la vigente normativa in materia di orario di lavoro del personale e tenuto conto della disponibilità finanziaria, del rispetto dei vincoli di pareggio di bilancio aziendale e dei tetti di spesa, è necessario anche accelerare i tempi dell’effettuazione dell’applicazione dei carichi di lavoro come metodologia per la definizione delle risorse da assegnare alle diverse strutture aziendali, e ciò anche al fine di colmare il ritardo nell’adempimento degli obblighi imposti dalle prescrizioni legislative nazionali.

Particolare attenzione, inoltre, dovrà essere indirizzata all’area della non autosufficienza e alle patologie in crescita quali l’autismo, l’Alzheimer, i disturbi cognitivi, le demenze, il diabete al fine di costruire percorsi di cura e tutela del malato e di sostegno e accompagnamento delle famiglie. Altrettanta attenzione sarà rivolta agli anziani per accompagnarli verso un invecchiamento di tipo “attivo” definendo una legge regionale in tal senso.

Contemporaneamente a quanto sopra si rende prioritaria la revisione del progetto già approvato dell’Ospedale Umberto Parini, in modo tale da renderlo concretamente rispondente alle necessità dei valdostani.

Tutto quanto rappresentato dovrà tenere conto del profondo cambiamento che ha vissuto negli ultimi anni la Sanità Valdostana, prima per effetto delle minori risorse (anche e soprattutto in termini di capitale umano), poi per gli effetti determinati dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.

OBIETTIVI DI BREVE PERIODO

Invertire la rotta della gestione della sanità valdostana costituisce per noi la priorità, anche e soprattutto a seguito degli effetti lasciati dall’emergenza epidemiologica da Covid-19. Questo obiettivo non può essere disgiunto dall’adozione degli opportuni strumenti programmatori utili a riformare il sistema nel suo complesso. Pertanto occorrerà:

  • organizzare un preciso Piano di emergenza sanitaria che consenta di risolvere le criticità emerse nel corso della recente epidemia e di evitare che una eventuale recrudescenza epidemica metta in crisi il sistema sanitario regionale che ancora oggi non ha recuperato la sua normale efficienza;
  • definire il nuovo Piano regionale per la salute e il benessere sociale attraverso l’avvio di un processo di programmazione partecipata, e successivamente procedere con l’adozione dell’Atto Aziendale da parte dell’Azienda USL, nonché del Piano Attuativo Locale;
  • revisionare la Legge Regionale 25 gennaio 2000 n. 5 Norme per la razionalizzazione dell’organizzazione del Servizio socio-sanitario regionale e per il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali prodotte ed erogate nella Regione;
  • incaricare un ente terzo (facoltà Universitarie di economia e medicina e società specializzate in assessment aziendali) per una collaborazione finalizzata alla revisione del modello sanitario regionale.

OBIETTIVI DI MEDIO PERIODO

Al contempo nel medio periodo dell’orizzonte di programmazione triennale riteniamo necessario porre in essere le seguenti azioni:

  • nomina del Direttore Generale dell’AUSL della Valle d’Aosta in sostituzione del Commissario Straordinario e conseguente ridefinizione della Direzione Strategica aziendale;
  • introduzione in capo al Dipartimento Sanità, dell’Assessorato Sanità, Salute e Politiche sociali, del controllo di gestione finalizzato al controllo dei flussi finanziari, parte investimenti e parte conto capitale, inerenti ai costi di gestione dei servizi ospedalieri e territoriali dell’Azienda Usl Valle d’Aosta;
  • valutare l’opportunità di ripresa dei progetti relativi alla raccolta dati sul territorio Passi, Passi d’argento, Progetto Mattone, e ogni altra iniziativa utile a significare lo stato di salute della Sanità Valdostana;
  • rafforzamento degli interventi e dell’approvvigionamento dei presidi medici per tutte le patologie croniche. Per i malati di diabete, si dovrà prevedere dotazioni tecnologicamente avanzate e l’utilizzo di dispositivi per la misurazione della glicemia anche a favore di pazienti adulti o anziani (anche sulla base dei livelli di reddito) che ne facilitino la vita ovvero ad esempio l’erogazione di misuratori della glicemia di tipologia flash (FGM) o continuous (CGM) a favore dei pazienti clinicamente conformi alle prerogative mediche che ne facciano richiesta, anche per favorire un sistema di telemedicina degno di una Regione attenta alla salute dei suoi cittadini;
  • riammordernamento delle apparecchiature elettromedicali ormai obsolete in dotazione all’Azienda USL;
  • predisposizione di uno studio sul fenomeno della povertà sanitaria in Valle d’Aosta, anche a fronte di un aumento delle donazioni di farmaci, indagando sulla problematicità ad accedere a visite ed esami specialistici anche in rapporto al ticket;
  • revisione del progetto per la realizzazione del presidio unico ospedaliero regionale riunificando i servizi ospedalieri attualmente presenti nell’edificio denominato “ex maternità” e Beauregard, resosi necessario alla luce della sopravvenuta esigenza di tutelare il patrimonio archeologico rinvenuto nel sito e rivalutazione della soluzione organizzativa e gestionale più idonea a presidiare e seguire i lavori di ampliamento, considerando anche l’ipotesi di delocalizzazione della struttura ospedaliera in altra posizione del territorio della Plaine;
  • riapertura dell’Osservatorio Epidemiologico in seno all’Assessorato alla Sanità;
  • valorizzazione del personale Medico e delle Professioni Sanitarie attraverso l’elaborazione di una strategia utile a evitare l’esodo di professionalità qualificate e, al contrario, in grado di invertire la tendenza, attraendo professionalità esterne, sia mediante incentivazioni economiche (indennità di montagna), sia attraverso la creazione di opportunità di crescita professionale (formazione professionale di alta qualità e realizzazione di strutture complesse di eccellenza);
  • individuazione dei dipartimenti e delle strutture da potenziare, al fine di realizzare poli di eccellenza che costituiscano motivo di attrattività per il personale medico e per i pazienti esterni (mobilità attiva);
  • richiesta all’Azienda di prevedere la Struttura Semplice di Epidemiologia (vedi Atto Aziendale) presso il Servizio di Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’AUSL;
  • revisione della normativa regionale e dei criteri organizzativi e d’accesso al servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) che includa il coinvolgimento del servizio sociale rispetto ai nuovi crescenti bisogni dei nuclei familiari che affrontano nuove complessità (rispetto alle risposte delle vecchie norme) nella gestione dell’anziano o del disabile;
  • attenzione alla sanità pubblica valdostana, con particolare riguardo ai bisogni della cittadinanza, anche attraverso la riduzione delle liste d’attesa, il potenziamento della medicina territoriale, la revisione delle convenzioni con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta e una più mirata politica di prevenzione;
  • valutazione della congruità delle collaborazioni con il privato accreditato convenzionato e dell’opportunità di riportare in capo all’AUSL determinate attività;
  • potenziamento dei servizi telematici rivolti al cittadino per la semplificazione dei rapporti con la pubblica amministrazione in ambito sanitario, mediante l’estensione delle funzioni del Fascicolo sanitario elettronico (FSE) ai servizi di prenotazione on line, ed in ambito sociale, soprattutto per l’accesso ai servizi rivolti alla prima infanzia;
  • porre particolare attenzione alla scelta della qualità dei materiali di consumo, al fine di evitare sprechi e pericoli per i pazienti e per gli operatori che si trovino a utilizzare materiali scadenti.

SERVIZI SANITARI TERRITORIALI

Riteniamo necessario procedere anche con una complessiva riorganizzazione dei servizi sanitari territoriali che preveda:

  • valutare il potenziamento e la riorganizzazione della rete territoriale dei servizi sanitari di emergenza ed urgenza, anche con il supporto delle associazioni di volontariato distribuite sul territorio;
  • la previsione di Nuclei di Cure Intermedie presso le strutture residenziali per anziani finalizzate ad accogliere pazienti in dimissione protetta dall’ospedale, ivi compreso il fine vita, e ad evitare i ricoveri ospedalieri inappropriati;
  • l’implementazione ove possibile, previo specifico studio, dei servizi e delle prestazioni di specialistica ambulatoriale disponibili presso i poliambulatori;
  • la valorizzazione delle farmacie e della medicina di gruppo dei medici di assistenza primaria per la cura e l’effettiva presa in carico dei pazienti con patologie croniche;
  • il ridisegno delle funzioni ospedaliere in relazione all’intensità di cura nell’ottica del progressivo spostamento dei percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali verso il territorio;
  • la riorganizzazione e potenziamento dei servizi territoriali del Dipartimento di salute mentale nell’ottica della progressiva integrazione con quelli sociali erogati dalla Regione;
  • lo sviluppo e definizione di accordi interaziendali, prioritariamente con l’Azienda USL Torino 4, ma non solo, per la creazione di percorsi terapeutici e assistenziali integrati, équipe miste, condivisione di risorse umane e tecnologiche, privilegiando i servizi territoriali di prossimità a quelli ospedalieri: potenziamento, tra il resto, dell’offerta sanitaria del poliambulatorio di Donnas, a beneficio di un bacino di utenza “a scavalco” tra le due regioni di confine.

LA CASA DELLA SALUTE

Il nostro sistema sociosanitario deve fare i conti oggi con un nuovo scenario: l’allungamento dell’aspettativa di vita, la maggiore incidenza delle patologie croniche, unitamente al miglioramento delle cure disponibili e delle tecnologie a supporto. Tutto questo richiede un ripensamento degli assetti istituzionali, una revisione profonda della struttura e dei modelli organizzativi dei servizi sanitari ed una riflessione sul ruolo e sui compiti delle varie figure professionali nei diversi livelli delle reti, nonché un cambiamento nella figura del paziente e delle persone, realmente formate ed “esperte”.

In quest’ottica, la Legge 8 novembre 2012, n. 189, dispone che le regioni provvedano ad una nuova definizione dei servizi territoriali di assistenza primaria promuovendone l’integrazione con il sociale, anche con riferimento all’assistenza domiciliare ed ai servizi ospedalieri, al fine di migliorare il livello di efficienza e di capacità di presa in carico dei cittadini.

A questa esigenza di riorganizzazione dei servizi sociosanitari può rispondere il modello della Casa della salute. La Casa della Salute è parte fondamentale ed essenziale della rete dei servizi aziendali delle Cure Primarie, poiché permette una relazione diretta tra l’assistenza territoriale e gli altri nodi della rete assistenziale. È strutturata in sedi fisiche ben riconoscibili e presenti in maniera omogenea sul territorio regionale e i cittadini vengono presi in carico per i loro problemi assistenziali da team multi professionali, coordinati clinicamente dai Medici di medicina generale titolari della scelta del singolo paziente, garantendo così la fluidità dei percorsi ed i necessari raccordi con gli altri servizi aziendali attraverso la medicina di comunità.

Il modello Casa della Salute vuole perseguire i seguenti obiettivi:

  • facilitare e semplificare l’accesso della popolazione ai servizi territoriali, assicurando l’accoglienza e l’orientamento ai servizi sanitari, sociosanitari ed assistenziali e garantendo l’equità di accesso nelle varie aree geografiche;
  • fornire una struttura in cui erogare alla popolazione le prestazioni previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per l’assistenza primaria in modo integrato e coordinato;
  • fornire una struttura che risponda ai bisogni di base che non necessitano di ricorso all’ospedale;
  • fornire una struttura in cui sviluppare il sistema di presa in carico proattiva e precoce dei malati cronici, tramite la sanità d’iniziativa, finalizzata al rallentamento dell’evoluzione clinica e alla riduzione delle complicanze;
  • costituire la sede territoriale dove svolgere attività di diagnostica di 1° livello;
  • assicurare la continuità assistenziale attraverso l’implementazione di percorsi integrati fra ospedale e territorio, soprattutto per i malati cronici;
  • garantire l’accessibilità all’assistenza territoriale per tutto l’arco della giornata per tutti i giorni della settimana, avvalendosi dei professionisti del ruolo unico della medicina generale;
  • essere un luogo ove attuare interventi di prevenzione e promozione alla salute;
  • valorizzare le potenzialità degli assistiti per la gestione del proprio processo di cura con progetti specifici sul paziente esperto;
  • garantire la presenza di medici specialisti, convenzionati o dipendenti, finalizzata ad assicurare la risposta ai bisogni all’interno dei percorsi individuali finalizzati sia alla gestione della cronicità, sia all’erogazione di consulenze specialistiche/diagnostiche per le urgenze di comunità.

In relazione alle diverse caratteristiche epidemiologiche e geografiche territoriali ed alla diversa distribuzione dei servizi storicamente presenti sul territorio, la Casa della Salute potrà avere una diversa complessità, una diversa dimensione ed un diverso orario di apertura, ma dovrà mantenere i requisiti essenziali del modello.

Le Casa della Salute dovranno essere realizzate preferibilmente presso sedi aziendali distrettuali. In assenza di una sede aziendale adeguata, è possibile realizzarle anche in strutture messe a disposizione dagli Enti pubblici. Gli edifici dovranno avere un’immagine che permetta un’immediata identificazione da parte della popolazione.

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