Istruzione e Università

Non vi è futuro senza istruzione per questo motivo occorrerà rendere sempre più moderno ed all’avanguardia il nostro sistema scolastico, di ogni grado e livello, ai tempi ed alle necessità del mercato del lavoro al fine di permettere alla società ed ai giovani valdostani di poter esprimersi al meglio nella società del domani.

Istruzione

Si deve partire da una visione di sistema e di prospettiva che si vuole imprimere al settore scolastico e universitario e declinare le azioni che sono funzionali alla realizzazione di tale sistema. In questo contesto, l’approccio non deve essere settoriale né “a singolo segmento” ma, al contrario, deve considerare l’intero percorso educativo/formativo dello studente, dalla scuola dell’infanzia sino all’Università, garantendo, in tal modo, una concreta integrazione tra i vari gradi di istruzione e fissando, per ognuno di essi, precisi obiettivi formativi minimi del profilo in uscita dello

studente.

In concreto, attesa l’importanza che riveste il sistema dell’istruzione (non dobbiamo, infatti, dimenticare che “si parte sempre dalla scuola”) e venendo allo specifico di quello che è il sistema valdostano, caratterizzato dal bi-plurilinguismo, è giunto il momento, dopo anni di riflessioni, gruppi di lavoro, linee guida, adaptations e quant’altro ancora, di definire azioni concrete per sviluppare in modo definitivo quello che ad oggi non ha ancora trovato compimento. Attenta e opportuna attenzione dovrà essere posta alle importanti discipline della Scienza della formazione per gli insegnanti della scuola primaria, primi e veri Maestri in formazione culturale ed educativa di coloro che rappresentano il nostro futuro.

Pertanto, nell’arco temporale dei prossimi tre anni, occorre individuare almeno due discipline da insegnare in lingua francese e almeno una disciplina in lingua inglese, in tutte le scuole. Le misure da adottare per perseguire tale indirizzo sono:

  • l’incremento immediato delle ore settimanali di lingua inglese in tutti i percorsi scolastici;
  • l’individuazione di percorsi formativi di perfezionamento linguistico, di durata almeno biennale, per tutti i docenti coinvolti nell’insegnamento in lingua della loro disciplina, assicurando ad essi appositi incentivi, soprattutto in termini economici;
  • l’individuazione e l’attivazione degli insegnamenti in lingua di alcune discipline non linguistiche al termine del biennio formativo;
  • la definizione di standard minimi di conoscenza linguistica, misurabili attraverso le prove regionali di conoscenza delle lingue francese e inglese;
  • la valutazione ex post dell’efficacia e dell’efficienza, anche in termini di risorse finanziarie a ciò destinate, dei risultati ottenuti.
  • È indispensabile promuovere un maggior collegamento fra le scuole secondarie di secondo grado ed il tessuto sociale territoriale, prevedendo forme di elasticità dei programmi di studio che sappiano adattarsi alle richieste di una società imprenditoriale e produttiva in continua evoluzione e disponibile ad assorbire forze lavoro solo se specializzate.

Con l’obiettivo di potenziare e favorire maggiormente l’insegnamento della lingua francese, nonché la possibilità di sviluppare l’incompiuta “double filière” nel sistema scolastico valdostano, intendiamo promuovere politiche che favoriscano l’insediamento in Valle d’Aosta di istituzioni scolastiche, anche di natura privatistica, purché riconosciute a pieno titolo dallo Stato francese ed a livello internazionale.

Occorre infine prevedere un sistema generale di valutazione del sistema scolastico che superi quello della semplice autovalutazione, priva di ulteriori controlli esterni, in modo da agevolare il confronto fra i rispettivi risultati ed una diffusione di buoni progetti e prassi.

Occorre dotare Scuole e Università di idonee strutture. Anche l’edilizia scolastica ha patito una scarsa programmazione nelle scelte da compiere, tanto da dover poi adottare, quasi sempre in regime di emergenza, per alcune istituzioni scolastiche soluzioni temporanee altamente disagevoli. Indispensabile abbandonare il progetto di realizzare nuove costruzioni, per favorire il recupero e la conservazione del patrimonio edilizio esistente, evitando, nel contempo, ulteriori occupazioni di terreni liberi.

Educazione Civica

L’educazione civica deve essere declinata come educazione alla cittadinanza. Molti sono i segnali di una crisi attuale della società e della partecipazione civica, con una perdita del senso civico (astensionismo, sfiducia nella politica, crisi dei valori sociali in genere, scarso rispetto per i beni pubblici, per le istituzioni e per chi le rappresenta, a partire dalla scuola, con violenze verso gli insegnanti, verso i compagni, sia fisiche che psicologiche).

È quindi indispensabile operare sulla capacità della scuola di dare più formazione al civismo, inteso come attenzione alla politica, partecipazione, conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle istituzioni e consapevolezza che il disinteresse verso la politica e verso la cosa pubblica è la prima causa della mediocrità delle nostre classi dirigenti.

Occorre restituire all’educazione ed alla scuola l’importante ruolo di insegnare a diventare buoni cittadini prevedendo l’obbligo delle istituzioni scolastiche di introdurre all’interno dei programmi delle altre materie una parte dedicata alle interazioni fra le stesse e l’aspetto civico di ogni agire umano.

Civilisation Valdôtaine

Pour ce qui concerne l’éducation et la culture, il est important pour chaque valdôtain de connaître le milieu dans lequel il vit. L’école joue un rôle fondamental dans la formation des jeunes qui doivent nécessairement se confronter à l’étude de la géographie régionale, de l’environnement lié à la montagne, de l’histoire qui a caractérisé notre particularisme linguistique, culturel et social. Les jeunes deviendront les décideurs de demain et leurs connaissances enrichiront er guideront leurs choix futurs. La nouvelle génération sera le témoin de notre particularisme.

L’arpitan (francoprovençal ou patois) devra être enseigné depuis l’école enfantine à côté des autres langues de scolarisation (français, italien et anglais). La connaissance de l’arpitan favorisera par la suite une meilleure compréhension de la toponymie et de l’étymologie qui caractérisent notre territoire. La Vallée d’Aoste demeure désormais la seule région de l’aire francoprovençal où la pratique de notre millénaire langue néolatine reste encore vivante. Plusieurs universités européennes prévoient des cours d’études sur le francoprovençal alors que dans l’Université valdôtaine son étude est très marginale.

Le moment est venu de reconnaître officiellement le fait qu’en Vallée d’Aoste on parle une troisième langue et des démarches institutionnelles d’une certaine envergure doivent être mises en place. Bien sûr la Vallée d’Aoste possède des institutions encore actives dans la valorisation du francoprovençal tels le Centre d’Études de Saint Nicolas, l’Association des Archives Sonores, le Comité des Traditions Valdôtaines, le Bureau Régional Ethno-linguistique et son guichet, mais une action gouvernementale est nécessaire pour relancer et protéger le francoprovençal.

Università della Valle d'Aosta

Ciò che è veramente mancato a livello politico in tutto questo tempo è la reale convinzione dell’utilità dello strumento. Spesso, infatti, l’offerta didattica dell’Ateneo è stata messa in discussione, con la conseguente chiusura di alcuni corsi e l’attivazione di nuovi percorsi, alcuni dei quali non hanno risposto appieno alle aspettative. L’avvio di nuove attività didattiche è facoltà riservata ai competenti organi dell’Università e non al Consiglio regionale, ma la presenza del Presidente della Regione e dell’Assessore all’Istruzione all’interno del Consiglio dell’Università deve contribuire a dare nuovi indirizzi all’attività formativa, di ricerca e di terza missione che si rivolgano ai settori della società ed a materie di diretto interesse e collegamento con il nostro territorio (professioni e scienze di montagna).

Peraltro, il maggior enracinement sino ad oggi proposto dai governi passati (tanto da individuare lo sviluppo didattico e scientifico futuro dell’Università nelle sciences de la montagne) pur essendo un aspetto importante, non può in alcun modo esaurire le attività dell’Ateneo o la sua mission. Per definizione, l’Università è apertura, è sviluppo della ricerca e della conoscenza, è centro di attrattività per gli studenti che sono oggi disposti ad una mobilità senza precedenti, è confronto e dibattito costante su quanto accade dentro, ma soprattutto, fuori dai propri confini.

Occorre, dunque, approcciare il tema dello sviluppo dell’Ateneo con una logica diversa dal solo enracinement: l’attenzione al contesto regionale deve essere perseguita in un’ottica di totale apertura, come peraltro in alcuni settori la nostra Università sta già realizzando (ad esempio con l’internazionalizzazione dei percorsi di studio attraverso gli accordi di doppio diploma con università straniere). Non dovremo quindi limitare le attività concorsuali alle possibilità di assorbimento delle risorse formate nel mercato del lavoro regionale, ma guardare con attenzione anche all’esterno.

Analoga considerazione va fatta per la Ricerca: l’attività scientifica è essenziale allo sviluppo del territorio, ma non deve essere solo questo. Apprezzati ricercatori della nostra Università presentano e pubblicano ricerche in tutto il mondo e sono inseriti in gruppi di ricerca internazionali che, non necessariamente, affrontano temi di rilevante interesse locale ma che possono, comunque, creare positive ricadute anche per il contesto regionale. Su questi aspetti la mission dell’Ateneo deve essere chiara e netta.

Noi riteniamo che l’Università sia essenziale allo sviluppo della Regione e che dalla sua specificità ordinamentale, culturale, ambientale, debba trarre ispirazione per darsi una più compiuta connotazione e per il perseguimento di quella che viene definita la “terza missione delle Università” (operare per favorire l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della Società). È necessario non perdere mai di vista che la didattica e ancor più la ricerca non hanno confini e che il contesto con il quale deve misurarsi il nostro Ateneo non è soltanto quello locale, ma anche quelli nazionale e internazionale.

Dunque, su tali presupposti, siamo totalmente favorevoli a valorizzare e a potenziare le attività dell’Ateneo, tenendo presente che, anche in ragione della limitatezza delle risorse finanziarie disponibili, sarà necessario agire secondo una logica di selettività, valutando attentamente le priorità ed anche la sostenibilità nel tempo delle scelte operate.

Riforma dell'offerta musicale valdostana

Occorre razionalizzare l’offerta educativa valdostana in ambito musicale, sfruttando tutto il potenziale del nostro Conservatorio che deriva dalla contiguità fisica con le altre realtà linguisticamente affini e dalla possibilità di sfruttare un’elasticità di funzionamento peculiare. Tali opportunità debbono essere sviluppate per rendere davvero internazionale l’offerta del nostro Conservatorio che deve aprirsi all’esterno, con iniziative come quelle dell’”Académie”.

Analogamente, occorre salvaguardare e rendere unico strumento istituzionale di introduzione alla musica la Scuola di formazione e orientamento musicale (S.F.O.M.) che ha numeri e potenziale per fornire un punto di riferimento sia ai semplici cultori dilettanti, sia a chi intenda poi proseguire nel percorso di approfondimento, attraverso il passaggio alle scuole dedicate allo studio musicale.

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