Acqua e Rischio Idrogeologico

L’acqua rappresenta la risorsa più importante che la Valle d’Aosta possiede e per questo motivo crediamo nella necessità di definire adeguate politiche di tutela e valorizzazione delle risorse idriche nel loro complesso.

TUTELA E SVILUPPO DELLE RISORSE IDRICHE

Per quanto riguarda la gestione della risorsa idrica, anche e soprattutto in considerazione dell’importante e repentina evoluzione del clima, occorrerà concepire un piano strategico, da coordinare a livello nazionale ed europeo, per la realizzazione di bacini di accumulo idrici a bassa, media ad alta quota, nonché ristrutturazione, potenziamento e valorizzazione dei percorsi di trasporto dell’acqua, che potranno essere utili per diverse finalità, in dipendenza delle necessità contingenti delle diverse stagioni e delle condizioni climatiche che si presenteranno.

Sarà importante istituire e sviluppare un dialogo costante e permanente con realtà alpine simili, caratterizzate dagli stessi problemi riguardo a temi che contraddistinguono gli abitanti delle “terre alte” e delle comuni risorse.

In primo luogo, in considerazione del peculiare rapporto della popolazione valdostana con l’acqua e anche con riguardo alla demanialità regionale delle acque, pur con l’eccezione di quelle della Dora Baltea, come stabilito dal Dlgs 21/12/2016 n. 259 sarà necessario valutare opportuni contatti a livello nazionale ed europeo volti a riesaminare quanto stabilito dalla Direttiva Europea 60/2000 rispetto alla quantificazione e alla tariffazione dei volumi idrici derivabili funzionali alla banca dati SIGRIAN a cui tutti i consorzi dovrebbero iscriversi.

L’obiettivo prioritario è sicuramente quello di riuscire a portare a compimento l’approvazione della norma di attuazione relativa alle concessioni idroelettriche come da indicazione del Consiglio regionale al fine di poter proteggere e valorizzare al meglio le acque valdostane.

In ultimo riteniamo fondamentale portare a termine il percorso di concertazione e adozione del Piano Tutela delle Acque riformando al contempo nel suo complesso la normativa di riferimento al fine di salvaguardare la sostenibilità del sistema idrico naturale della Regione.

SVILUPPO DEL SETTORE ITTICO REGIONALE

Riteniamo importante sviluppare maggiormente il settore ittico regionale attraverso idonee azioni sinergiche con il Consorzio Pesca per il miglioramento ecologico e ambientale ai fini faunistici di precise aste torrentizie che ben possono prestarsi all’attività di pesca no kill, i cui appassionati sono in crescente aumento e alla ricerca di ambienti incontaminati che la nostra Regione può ancora offrire. Sarà da curare e tutelare il recupero dei ceppi autoctoni di trota marmorata e offrire un possibile sviluppo di prodotti alimentari a partire da pescato locale anche attraverso lo sviluppo dell’acquacultura.

COMPAGNIA VALDOSTANA DELLE ACQUE

Crediamo nella necessità di definire il futuro della più importante società partecipata valdostana nel più breve tempo possibile, ripartendo dal lavoro condotto dalla Commissione Speciale costituita nel corso del 2019 a seguito della quale nessuno degli scenari considerati è stato adeguatamente valutato (alla luce delle odierne condizioni economiche e aziendali).

A tal riguardo riteniamo che tra le priorità di governo vi sarà quella di dar corso ad una valutazione definitiva circa il miglior scenario possibile in termini di valorizzazione e conservazione del valore aziendale di CVA ovvero delle relative ricadute sul territorio valdostano.

Nessuna barriera ideologica, bensì l’identificazione della migliore soluzione possibile che possa anche contemplare la creazione di un attore pubblico strumentale al perseguimento di politiche di prevenzione al rischio idrogeologico ed alla gestione pubblica dell’acqua necessaria per gli usi di interesse collettivo.

RISCHIO IDROGEOLOGICO

In riferimento alla particolare condizione geomorfologica della Regione e ai rischi idrogeologici potenzialmente sempre manifesti, pur in presenza di importanti opere di difesa del suolo, come accaduto recentemente con la vicenda del ghiacciaio di Planpincieux oppure come fu per la costruzione del vallo a difesa dalla frana del Mont de la Saxe oppure anche con i casi di crollo di materiale roccioso sull’abitato di Villeneuve o su strade regionali (Valsavarenche, Roisan…) riteniamo opportuno valutare di concerto con il Consiglio Permanente degli Enti Locali e le autorità interessate in materia, lo sviluppo di commissioni per la gestione del rischio idrogeologico che possano affiancare (così come avviene nel caso delle commissioni valanghe in inverno) gli amministratori locali nella valutazione di particolari situazioni di pericolo o avvenuto disastro di materia idrogeologica.

L’istituzione di tali commissioni si innesterà in un complessivo processo di riforma della gestione delle emergenze di natura idrogeologica al fine di evitare l’abbandono a sé stesse delle strutture comunali, ad oggi non sufficientemente strutturate, così anche in termini di gestione delle notizie al fine di evitare maggiori danni dovuti alla veicolazione di messaggi errati o allarmismi che possano tra l’altro causare perdite ingenti dal punto di vista mediatico ed economico, aggravando così l’effetto generale sulle zone già colpite dall’evento.

Al contempo crediamo che la Regione dovrà farsi promotrice dell’istituzione di un dialogo con tutte le autorità, istituzioni e portatori di interesse coinvolti nella gestione dei rischi di natura idrogeologica, al fine di stimolare la definizione di nuove modalità e politiche di gestione dei rischi in montagna così come favorire lo sviluppo scientifico della dottrina giuridica sulla scorta del c.d. principio di “ineluttabilità” per alcuni fenomeni che caratterizzano la fragilità dell’ambiente alpino.

Nel complesso, proprio per la sua naturale esposizione a tutti i rischi idrogeologici, e sulla scorta di quanto sin qui proposto intendiamo sviluppare un programma che riconosca la Valle d’Aosta quale polo accademico-scientifico di ricerca avanzata nelle azioni di tutela dal rischio idrogeologico, che unisca in rete le strutture regionali competenti, l’ateneo universitario e gli ordini tecnici professionali competenti e che sia attrattivo di intelligenze e competenze nazionali ed internazionali, con l’utilizzo di edifici e spazi di proprietà regionale per l’effettuazione di approfondimenti di settore e prove di laboratorio su materiali, strutture e tecniche, con effetti immediati sulla visibilità della Valle a livello internazionale e con risvolti positivi sul turismo, grazie anche all’organizzazione di conferenze, convegni, eventi e fiere sul tema delle più avanzate azioni di protezione dal rischio idrogeologico.

CONSORZIO DI MIGLIORAMENTO FONDIARIO

Le strutture e le infrastrutture agricole consortili realizzate nel corso degli anni necessitano di una corretta gestione e di una adeguata e puntuale manutenzione.

Particolare attenzione verrà posta alle opere viarie e irrigue gestite dai consorzi di miglioramento fondiario: per quelle irrigue, in particolare, sarà importante curare la loro corretta funzionalità. La Regione guarderà in particolare verso il futuro premiando chi vorrà rinnovare gli impianti cercando soluzioni innovative ed automatizzate volte al risparmio idrico ma che al contempo possano migliorare la qualità delle produzioni colturali della nostra Regione. Specifica attenzione verrà posta verso quelle realtà in cui, in considerazione dell’aspetto morfologico dei terreni consortili, dell’apparato idraulico dell’impianto irriguo e soprattutto dell’asta principale da cui viene derivata la quantità irrigua, si potrà ipotizzare, senza compromissione del corso d’acqua principale, l’installazione di centrali idroelettriche a beneficio dei Consorzi di Miglioramento Fondiario (CMF). Il ruolo dei CMF per il nostro territorio e la gestione del comparto idroelettrico hanno bisogno di vedere l’agricoltura ed i consorzi al centro di ogni decisione che veda coinvolta la risorsa idrica. Una struttura a cavallo tra agricoltura, ambiente e gestione del territorio vedrebbe i consorzi parte attiva in quel ruolo che spetta loro di diritto da secoli.

Oggi il panorama dei consorzi è estremamente frastagliato e si va dalle piccole realtà autogestite gratuitamente dai soci, ad associazioni più grandi e complesse che spesso si trovano a fronteggiare l’affascinante mondo dell’idroelettrico, tra incoraggianti prospettive di autofinanziamento, imprenditori scaltri ed esperti e tribunali. In questo contesto una riorganizzazione, anche a livello normativo, è estremamente urgente: i consorzi non hanno scopo di lucro ed hanno da statuto la necessità di reinvestire il fatturato sul territorio. Questi due principi devono essere i capisaldi per un intervento normativo radicale e significativo.

Per le realtà che non hanno a disposizione risorse idriche e infrastrutture da poter sfruttare occorrerà prevedere che una parte dei sovra-canoni versati ogni anno a favore della nostra Regione da chi produce energia elettrica possano essere destinati agli organismi che si occupano, su base volontaria e gratuita, della gestione irrigua.

EAUX VALDÔTAINES (EVE)

Al fine di riformare nel complesso la gestione delle acque pubbliche ad uso collettivo, anche nell’ottica di razionalizzare il sistema dei consorzi di miglioramento fondiario, nonché dare concreta attuazione alle politiche di prevenzione al rischio idrogeologico, si ritiene necessario dar corso ad una valutazione di fattibilità economico e tecnica per la creazione di una nuova agenzia regionale per la gestione delle acque pubbliche e delle attività strategiche volte alla prevenzione del rischio idrogeologico.

La valutazione dovrà definire concretamente le modalità di costituzione e sostentamento di una nuova agenzia, interamente pubblica, che possa al contempo gestire parti o l’intero sistema di acquedotti comunali della Regione, gli impianti irrigui ad uso agricolo e/o pubblico, eventuali bacini di accumulo delle acque e l’attività di gestione (anche e soprattutto di natura emergenziale), nonché di prevenzione del rischio idrogeologico.

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