In Consiglio regionale abbiamo presentato un emendamento alla legge di bilancio finalizzato alla riattivazione del sostegno economico alle famiglie valdostane mediante concorso alle spese per il riscaldamento domestico (c.d. bon de chauffage) di cui alla legge regionale 43/2009 con l’introduzione dell’articolo 4bis.
La maggioranza e il Governo regionale hanno bocciato il nostro emendamento, segno questo che le preoccupazioni dei valdostani circa l’aumento delle bollette di luce e riscaldamento non rappresentano per loro un problema.
L’intervento del Capogruppo Andrea Manfrin.
«Il bon de chauffage nasce come un sostituto, direi un succedaneo, dei famosi buoni benzina, quegli stessi buoni benzina che, ancora oggi, esistono in Friuli Venezia Giulia. Guichardaz mancato rifinanziamento.
Questo buono in oggetto, invece, era diventato, in breve tempo, un valido aiuto alle famiglie, soprattutto in difficoltà, che grazie a quell’ausilio riuscivano a trovare un sostegno nelle gravose spese di riscaldamento. La loro cancellazione ha aperto un grosso vuoto, che si è ulteriormente ampliato con l’arrivo della crisi pandemica.
La recessione, come dice lo stesso Defr presentato dal governo, è stata particolarmente violenta per il sistema economico valdostano, in quanto caratterizzato da specializzazioni settoriali e aspetti dimensionali che lo hanno reso più vulnerabile di altri territori alle conseguenze della pandemia. Sempre nel Defr possiamo trovare ampi spunti relativi alla povertà nella nostra Regione, ad esempio nella parte in cui viene scritto che “le conseguenze dell’emergenza sanitaria caratterizzavano ancora il quadro economico e sociale regionale. Passando agli aspetti più prettamente sociali, il permanere di una situazione economica complessa ha certamente contribuito ad ampliare la fascia di popolazione più esposta ai rischi di esclusione e di povertà”.
Un altro dato, poi, ci viene in aiuto rispetto all’analisi socioeconomica che il Defr effettua, ovvero quella relativa alla composizione della spesa, ovvero quel dato che evidenzia come nel 2020 nella nostra Regione la voce più consistente, oltre un terzo del totale (36,4%), afferisce all’abitazione e servizi connessi (acqua, elettricità, gas e altri combustibili).
È di tutta evidenza quindi come nel paniere della spesa delle famiglie della nostra regione tendono a pesare di più le spese per l’abitazione e servizi connessi, e tra questi, come voce principale, troviamo anche il riscaldamento, oggetto di questo emendamento. La legge che per mezzo di questo emendamento andiamo a “riattivare” è ovviamente la 43/2009, che nella sua descrizione, si pone quale obiettivo da raggiungere, quello di sostenere finanziariamente le famiglie, in ragione dei sovraccosti derivanti dalle condizioni climatiche alpine, mediante concorso alle spese per il riscaldamento domestico. Come è di tutta evidenza, la condizione dei sovraccosti derivanti dalle condizioni climatiche alpine non è mutata da allora, ma mutate, eccome, sono le condizioni socioeconomiche di allora. Tutti noi infatti ricordiamo bene che l’anno 2009 fu uno degli ultimi delle cosiddette “vacche grasse”, prima che la crisi economica, con lo spread e tutto il resto, si abbattesse sul nostro Paese, così come sulla nostra Regione. A quella particolare crisi ne ha fatto seguito un’altra, se possibile peggiore, ovvero quella pandemica che ha coinvolto migliaia di famiglie valdostane.
E che la crisi abbia morso con forza lo evidenziano sempre i dati. In maniera più generale abbiamo preso atto della crescita della percentuale di individui in povertà relativa che dal 4,9% del 2019 passa al 6,9% del 2020. Come sempre però questo dato, soprattutto in una piccola comunità, è inevitabilmente impreciso e lo confermano i dati relativi alle domande giunte per l’art. 26 della Legge 15 (ristori): 3.226 moltiplicate arrivano a quasi 10.000 e non tutti sono intercettati – Stima persone povertà relativa 8.500 persone.
Un altro dato che va valutato con attenzione sono i rincari, spaventosi, che l’energia sta raggiungendo e per gli ulteriori aumenti previsti per il 2022. Infatti senza un intervento del Governo, secondo gli esperti di Nomisma, al primo gennaio la bolletta del gas avrà un balzo del 50%, quella dell’elettricità tra il 17% e il 25%. Aumenti da capogiro causati dalle forti tensioni nei prezzi dell’energia sui mercati internazionali. Tensioni che avranno così un impatto inevitabile sul prossimo aggiornamento tariffario che sarà deciso da Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente. Gli allarmi sono stati lanciati da numerose associazioni dei consumatori, spiegando come i possibili aumenti andranno ad aggiungersi a quelli già scattati nel corso del 2021. La spesa della famiglia “tipo” per le bollette di luce e gas potrebbe raggiungere il record di 3.368 euro all’anno, con un incremento di 1.227 euro rispetto alla spesa sostenuta nell’ultimo anno. “Un quadro che avrebbe un impatto fortissimo sulle tasche degli italiani e rappresenterebbe un massacro per le famiglie, trattandosi di spese primarie irrinunciabili”.
Questa somma di situazioni quindi, ovvero la particolare conformazione del nostro territorio, la crisi pandemica ed i rincari alle porte, rendono assolutamente necessario un intervento forte come questo. Su questo, durante le audizioni, abbiamo trovato una sostanziale concordia anche delle parti sociali, che hanno evidenziato la necessità di intervenire con un Bonus riscaldamento per le fasce più deboli.
In ultima, ma non meno importante, abbiamo ascoltato con grande attenzione l’appello dell’assessore alle Finanze Marzi, che proprio ieri, durante la sua relazione, ha centrato, pienamente, questo tema. Cito infatti la fine della sua relazione, dopo aver fatto esplicito riferimento al caro bollette, nella parte in cui ha dichiarato che “La cura e l’attenzione di questa finanziaria alla tutela della persona e delle famiglie rende quindi questo Bilancio prerogativa di tutte e di tutti noi… ponendo a fattor comune non solo i singoli diritti individuali ma le esigenze che ci rendono una vera Comunità: prima fra tutte, il dovere dei più forti di occuparsi dei più deboli. Insomma, il dovere di essere Buoni!”»