Bilancio regionale: la relazione di Stefano Aggravi

La relazione del vice Capogruppo Stefano Aggravi sulle leggi di bilancio.

Cari colleghi,

anche quest’anno ho l’onore di rivestire l’incarico di Relatore di Minoranza ai disegni di legge di stabilità regionale per il triennio di programmazione 2022/2024 (citati nel proseguo anche semplicemente come “Finanziaria” o “Bilancio”) e di questo ringrazio i colleghi per aver ancora avuto fiducia in me. 

Una Minoranza consiliare che nell’ultimo periodo ha incrementato la propria composizione passando da 14 a 16 membri, questo per effetto di una dialettica politica – o mancata tale – che ha interessato questa maggioranza di Governo sostanzialmente nel corso dell’intero ultimo anno. Situazione che va necessariamente abbinata alla vitalità che ha interessato nell’ultimo periodo il centro dello schieramento politico di questo Consiglio. Due elementi di novità da tenere ben in considerazione, quali premesse a questa discussione di Bilancio. 

Mi si consenta poi di ringraziare gli uffici che hanno lavorato all’elaborazione dei documenti in esame e i colleghi di II Commissione per il lavoro fatto, nonché tutte le parti audite per gli importanti contributi presentati.

Nell’analizzare numeri e articolati dei disegni di legge, nelle audizioni delle controparti politiche, nonché di quelle tecniche, abbiamo lungamente cercato un “senso” a questo Bilancio. Non vi abbiamo trovato grandi differenze rispetto a quello dello scorso anno che fu poi battezzato come “tecnico”. Certo, direte Voi, Signori del Governo, che novità importi ci sono come nell’ambito sanitario, ma su questo mi soffermerò nel proseguo di questa Relazione. 

Senza dubbio siamo ancora nel mezzo del guado pandemico, con tutte le sue più terribili incertezze – siano esse sanitarie che economiche che sociali – ma non c’è un vero senso che conduca la narrazione di questa Legge di stabilità. 

Senza dubbio è altrettanto difficile poter dare in questo frangente temporale delle risposte che abbiano il “peso economico” di leggi emergenziali, come lo furono la 8/2020 o la 15/2021, che hanno messo in campo concretamente risorse e misure utili a tamponare la crisi generata dalla pandemia, nonché dalle misure di contenimento al contagio imposte dal Governo centrale. Mi si permetta anche di dire che forse è mancato quell’importante contributo che a vario titolo hanno dato forze più coese e organizzate che oggi, chissà come mai, siedono tra i banchi della Minoranza e non nella compagine di Governo..

Tuttavia, dalle analisi condotte potremmo dire che in fin dei conti questo è il Bilancio dello “sciacallo dorato”. Sì, unico vero elemento di novità emerso timidamente sin dalla presentazione del pacchetto di Bilancio. Quello che lo studioso tedesco Alfred Edmund Brehm definì come “il più ardito, il più importuno di tutt’i cani”, quello che, come ebbe a scrivere anche Franz Kafka, rappresenta per le popolazioni delle steppe orientali un portatore di inganno, nonché il più solitario della sua specie. Ecco, sì, questa immagine – perdonatemi l’ironia – spiega in fin dei conti il “senso” di questo bilancio dove, da quel che traspare, non vi è stato un lavoro coordinato e corale bensì la sommatoria di una serie di necessità proprie di alcune deleghe con una sorta di “all in” sul tavolo che, almeno a parer nostro, rischia di non essere così efficace come i proponenti prospettano (su questa proposta lo spettro dell’impugnativa incombe proprio come il gruppo di sciacalli raccontato dallo scrittore praghese in uno dei suoi racconti).

Lo dicevo nel corso di una delle passate adunanze del Consiglio regionale e lo ripeto oggi. Abbiamo sul tavolo ogni sorta di piano presentato o da presentare: Piano Regionale dei Trasporti, riforma degli Enti Locali, Piano Tutela delle Acque, Piano Rifiuti 2021-2025, Piano Regionale per la Salute ed il Benessere Sociale, Piano scuole, Piano Energetico Ambientale Regionale, Piano regionale della mobilità ciclistica (e forse me ne sono anche dimenticato almeno uno).

Ma a fronte di tutti questi piani, importanti se non realmente fondamentali per il futuro della nostra Valle, è bene chiedersi se vi sia stata nella loro definizione e presentazione una reale e comune (nonché coerente) volontà programmatica o al contrario il semplice “scarico” d’ufficio per rispetto di scadenze e/o necessità varie. 

Da quel che abbiamo potuto leggere ed analizzare, non troviamo quelle necessarie coesione, coerenza e coordinazione che un Bilancio presentato in questo momento così difficile e allo stesso tempo importante per la nostra Regione Autonoma meriterebbe. 

Lo spettro dello “sciacallo dorato” sembra realmente presente tra noi..    

Numeri. L’analisi dei valori di Bilancio previsionali dell’ultimo quadriennio – N.B. quelli riferiti al primo anno successivo a quello di riferimento – evidenziano come le Missioni di Bilancio principali siano la n. 13 Tutela della Salute e la n. 4 Istruzione e diritto allo studio, non certo una novità sul trend della serie oggetto di osservazione. E’ però bene considerare che con riferimento all’ambito sanitario il salto in termini percentuali di peso sul Bilancio è significativo se si prende in considerazione come dato di riferimento quello ante crisi del 2019 ovvero il 18,3% rispetto a quello prospettato sul 2022 pari al 23,49% con un incremento di +5,19%.

Un dato che evidenzia chiaramente come nel grande gioco della composizione del Bilancio abbia vinto l’Assessore alla Sanità. Una considerazione che se letta in maniera più approfondita è di notevole impatto sulla composizione delle singole voci di bilancio. Consideriamo a tal pro i valori di incremento delle risorse sul 2022 (previsionale) rispetto al  2021(previsionale): + 11,2 milioni euro per il finanziamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), + 2,1 milioni euro per il recupero di somme a carico di aziende farmaceutiche a titolo di pay-back, +9,3 milioni euro per finanziare l’indennità (sperimentale) di attrattività regionale, + 5,2 milioni euro per il finanziamento della retribuzione della quota variabile soggetta a incentivazione per il personale in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Regionale (SSR).

Importanti finanziamenti a favore del settore più colpito da questa pandemia, le cui sorti erano già da tempo minate da altri fattori che da tempo hanno messo in crisi non soltanto la nostra sanità ospedaliera, bensì tutto il Sistema Sanitario Regionale. 

Tutela della Salute. Una vittoria che tuttavia comporterà notevoli responsabilità attuative. Eh sì, perché queste risorse andranno spese, spese bene e dovranno generare un beneficio non soltanto al sistema sanitario nel suo complesso, bensì anche e soprattutto all’utenza che ogni giorno si interfaccia con la nostra Sanità. Questo, non soltanto per far fronte all’emergenza pandemica, è bene ricordarselo dato che di fatto stiamo parlando solo e troppo di Covid-19 dimenticandoci che tutte le altre patologie ed emergenze non hanno cessato di esistere. Tumori, malattie croniche, incidenti invalidanti non si sono certo presi una pausa..

Dico questo collegandomi alla premessa di questa Relazione perché troppo spesso siamo convinti, noi amministratori in primis, che la soluzione passi prima di tutto dall’entità delle risorse – prima di tutto si dovrebbe  almeno considerare la loro esistenza, a spendere c’è sempre tempo! – ma così non è. Si pensi ad esempio all’ultimo avanzo di bilancio dell’Azienda USL, tra l’altro nel mezzo della battaglia con la pandemia, sicuramente trainato dai tanti fondi in più messi in campo dalla Regione e dallo Stato centrale per combattere il Covid-19 e da investimenti non concretizzati in quel momento, ma è bene chiedersi se ciò abbia senso. 

Sì, ha senso mettere in campo tante risorse senza poi avere una chiara e definita programmazione di spesa che consenta di rendere realmente efficaci le spese autorizzate? No, in nessun campo. 

Allo stesso modo, ha senso in questo momento non aver definito un piano di emergenza per traghettare la Sanità valdostana fuori dalla gestione dell’evento pandemico e dalla crisi già presente prima, bensì scaricare il Piano Regionale per la Salute ed il Benessere Sociale in prossimità del Bilancio senza averlo compiutamente affrontato nelle sedi deputate e soprattutto analizzato alla luce delle osservazioni dei vari stakeholders? 

Allo stesso modo, ha senso costruire così una indennità di attrattività regionale – la cui denominazione forse andrebbe modificata in “indennità di permanenza regionale” – senza passare dalla necessaria contrattazione con tutte le componenti della Sanità valdostana? Con tutto il rispetto per il fondamentale ruolo svolto dalla dirigenza medica, nonché dal personale infermieristico – che non smetteremo mai di ringraziare -, ma forse non ci sono anche altre importanti professionalità di cui la nostra Sanità non può fare a meno? Come ci è stato detto in audizione, questo è un importante punto di partenza. Certo, ne siamo tutti convinti, ma ha senso generare incomprensioni e “guerre di parte” – come se già non ce ne fossero nell’ambito – tra attori che necessariamente devono operare come una unica squadra? 

Altro elemento: è tutta una questione di soldi? No, noi pensiamo di no e a tal riguardo guardiamo con grande interesse e favore alle proposte fatte nella deputata commissione per quel che attiene alla attrattività delle professioni sanitarie. Ma ha senso fare tutto ciò senza una pianificazione coesa e definita, utile a definire nella forma e nella sostanza le azioni che si intendono porre in essere per fare tutto questo? 

A tal riguardo, questa mattina il mio gruppo consiliare ha depositato una proposta alternativa all’attuale formulazione dell’articolo 17. Si badi bene non in ottica di astio, bensì di miglioramento di quanto presentato oggi dal Governo.  

Finanza locale. Spesso ci si dimentica che il complesso sistema di governo regionale, nonché dell’amministrazione delle risorse pubbliche non è limitato al solo ambito Regione, bensì questo è composto da 73 comuni più la nostra capitale, Aosta. Un insieme di presidi territoriali che nel corso dell’evolversi della pandemia sono stati vero e proprio punto di riferimento per molti cittadini, non soltanto nella gestione della mera burocrazia del confinamento, bensì anche e soprattutto per tanti soggetti in difficoltà. 

Lo ripetiamo ormai da anni, lo abbiamo addirittura specificato all’articolo 5 della legge regionale 21 dicembre 2020, n. 15 Disposizioni urgenti per permettere la revisione degli ambiti territoriali sovracomunali di cui all’articolo 19 della legge regionale 5 agosto 2014, n. 6, nonché il correlato conferimento dei nuovi incarichi ai segretari degli enti locali. Modificazioni alla legge regionale 24 settembre 2019, n. 14. che prevedeva (anzi prevede ancora..) il rinvio al 31 dicembre 2021 della revisione organica della disciplina regionale vigente in materia di esercizio associato di funzioni e servizi comunali e di segretari locali. Una riforma che non c’è stata. Sì, è vero, ci è stato preannunciato un testo di legge che verrà discusso nel corso dei primi mesi del prossimo anno, ma ci chiediamo, proprio in linea con le premesse di questa Relazione, che ne è della programmazione? 

L’audizione dei rappresentanti del Consiglio Permanente degli Enti Locali ha posto in evidenza la complessa problematica inerente il reclutamento e l’organizzazione del personale negli enti locali, un problema di non poco conto per i diretti effetti di bilancio, nonché di erogazione dei servizi al cittadino. Ma che ne è delle prospettive di riforma dell’intero sistema delle nostre autonomie locali? Il Documento di Economia e Finanza Regionale, accenna e basta, nulla di più, quasi a lavarsi le mani su di un grosso problema che in tanti discorsi di Bilancio viene liquidato con la sola presentazione del relativo articolo di stanziamento delle risorse di Finanza Locale. Tuttavia, così non è! 

Quanto è grande la macchina amministrativa pubblica nel suo complesso? Sono personale e risorse a mancare oppure c’è da riformare l’insieme di processi e strutturazione dell’organizzazione di ogni attore pubblico responsabile? Il ruolo delle Unités des Communes e dello Sportello Unico è rispettato, risponde alle necessità dei cittadini? Potremmo andare avanti all’infinito, ma quel che oggi resta è l’ennesimo articolo di “sistemazione” – non dico altro – in materia di segretari degli enti locali. 

Questo modo di agire ha senso? Pensiamo proprio di no e lo diremo ancor più chiaramente quando questa Aula affronterà il dossier, speriamo finalmente in maniera concreta e puntuale.

Cosa manca? La Famiglia. Questa Finanziaria, come ho già avuto modo di dire, arriva dopo il secondo pesante intervento regionale (e più interventi del Governo centrale) nell’allocazione di risorse emergenziali per far fronte alla crisi economica da Covid-19. Non è quindi facile poter dare una altrettanto forte risposta ai bisogni dei nostri cittadini se le risorse da allocare sono così “comandate” come quelle assegnate ai vari capitoli di questo Bilancio. 

Ma certo è che non trovare alcun intervento a favore di due problematiche che stanno di più colpendo le famiglie valdostane ci lascia perplessi, così come, tra l’altro, detto dalle controparti sociali audite in commissione. Il caro energia – il caro bollette per intenderci – e le difficoltà che devono affrontare le famiglie valdostane per sostenere il costo della vita, di ogni nuova (importantissima) vita, non sono state prese in considerazione nell’ambito di questa programmazione triennale. 

Per questo motivo nell’ambito della presentazione degli emendamenti  il gruppo LEGA Vallée d’Aoste, il gruppo di Pour l’Autonomie e il collega Baccega hanno voluto presentare due interventi che possano dare una risposta concreta ai bisogni delle famiglie valdostane: la reintroduzione del “bon de chauffage” e l’istituzione, a carattere sperimentale, del bonus “Naître Valdôtain”. 

Due iniziative che in combinazione con l’emendamento di modifica dell’indennità di attrattività regionale formulano una proposta di riallocazione di 19,5 milioni euro sul triennio di programmazione 2022/2024 (6,5 milioni per ogni annualità di riferimento), nell’auspicio che queste misure possano trovare la giusta attenzione da parte di tutte quelle comuni sensibilità presenti in questa Aula che credono sia necessario fare qualcosa in più a favore del nostro sistema sanitario e delle famiglie valdostane.

In conclusione, vorrei tornare molto brevemente sul tema della programmazione amministrativa, dell’affastellamento di piani e riforme che questo Consiglio si trova e si troverà a dover affrontare. Diceva il generale – e poi presidente – Dwight Eisenhower che “Le cose davvero importanti sono raramente urgenti e le cose urgenti sono raramente davvero importanti. Le cose poco importanti diventano urgenti per la mancanza di pianificazione” . 

Ecco colleghi, questo Bilancio non risolve oggi nessuna cosa davvero importante, nessuna cosa davvero urgente, ma così facendo rischia di dimenticarsi di tante cose poco importanti che alla fine potranno diventare molto urgenti. 

Forse è davvero venuto il momento di pensare ad un cambio di passo, anche se questo (almeno per qualcuno) può sembrare oggi terra incognita. Ma questa non è una scelta di ideologia o di storia passata, bensì è soltanto una questione di coraggio..

Stefano AGGRAVI

Vicecapogruppo LEGA Vallée d’Aoste

Relatore di Minoranza

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