In Consiglio regionale è stata approvata la nostra mozione per vietare, sul territorio regionale, il divieto di macellazione Halal o Kosher nel caso in cui non sia garantito lo stordimento dell’animale.
La mozione impegna il Governo regionale ad avviare un’interlocuzione con lo Stato nella finalità di poter disporre, all’interno del territorio regionale della Valle d’Aosta, il divieto di macellazione religiosa nel caso in cui non sia garantito lo stordimento dell’animale al fine di prevenire la sofferenza dello stesso.
Il Capogruppo Andrea Manfrin, primo firmatario della mozione, ha dichiarato:
«”Cibatevi delle cose lecite e buone che la provvidenza di Dio vi ha donato, e siate riconoscenti. Dio vi proibisce gli animali morti, e il sangue e la carne di porco“. Così recita la Sura 16 del Corano.
Nella tradizione islamica più integralista, seguita in quasi tutti i Paesi musulmani, la carne halal, cioè “lecita”, deve provenire da animali che devono essere coscienti al momento dell’uccisione e devono morire per dissanguamento, provocato recidendo la trachea e l’esofago. Una morte orribile, che procura inutili e atroci sofferenze all’animale e che, per questo, è vietata in alcuni Paesi europei. Tale pratica viene però consentita nel nostro Paese e, soprattutto negli ultimi anni a causa dei notevoli flussi migratori, sono fiorite anche nella nostra Regione le macellerie halal o kosher.
Nel Regolamento (Ce) n. 1099/2009 del Consiglio dell’Unione europea del 24 settembre 2009 relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento, al “considerando 2”, si sottolinea come sia “opportuno che gli operatori o il personale addetto all’abbattimento adottino i provvedimenti necessari a evitare e a ridurre al minimo l’ansia e la sofferenza degli animali durante il processo di macellazione o abbattimento”.
All’articolo 5, paragrafo 2 dello stesso Regolamento si legge che “gli operatori assicurano che le persone responsabili dello stordimento o il personale adibito a tale mansione svolgano controlli regolari al fine di garantire che gli animali non presentino segni di coscienza o sensibilità nel periodo compreso fra la fine del processo di stordimento e la morte”.
Anche la Corte di Giustizia europea è intervenuta sul tema con una sentenza del 17 dicembre 2020 in base alla quale, al fine di promuovere il benessere degli animali nell’ambito della macellazione rituale, gli Stati membri possono, senza violare i diritti fondamentali sanciti dalla Carta, vietare la macellazione kosher e halal se l’uccisione dell’animale non avviene previo stordimento dello stesso.
Come abbiamo già detto, la macellazione halal avviene in modo cruento. Innanzitutto l’operatore addetto al macello deve essere un musulmano praticante. L’animale, oltre che arrivare vivo al macello, deve essere cosciente durante tutta la macellazione. L’animale viene ucciso mentre è rivolto verso la Mecca, con un taglio unico e netto che recida un un colpo solo giugulare, carotide, esofago e trachea. Durante il rito vengono pronunciate delle preghiere dedicate ad Allah.
L’animale muore quindi per dissanguamento completo. Il sangue dell’animale deve essere eliminato, perché è considerato proibito e per questo motivo, dato che dopo la morte potrebbe rimanere del sangue nella carcassa, bisogna essere certi che tutto il sangue defluisca prima di procedere con qualsiasi altra lavorazione.
Come si può evincere, nonostante i musulmani ritengano che gli animali non soffrano nel corso di tale pratica a causa del taglio netto alla gola che viene inflitto, nella maggior parte dei casi gli animali non sono immobilizzati meccanicamente dopo il taglio e hanno così un rallentamento del processo di dissanguamento con conseguente inutile prolungamento delle sofferenze dell’animale.
Per queste ragioni, per evitare il più possibile la sofferenza degli animali durante il processo di macellazione, chiediamo al Governo regionale di disporre il divieto di macellazione halal e kosher nel caso in cui non sia garantito lo stordimento dell’animale al fine di prevenire la sofferenza dello stesso.»
Nel dibattito in Aula è intervenuto anche il Consigliere Luca Distort: «La prima espressione che compare ad una ricerca su Google digitando “contro la macellazione halal” è questa:
In linea generale, il contrasto fra i precetti religiosi che prevedono la macellazione rituale degli animali e la sofferenza causata a questi ultimi rientra nel campo della bioetica, e più specificamente nel dibattito morale tra il vegetarianismo e l’alimentazione carnivora.
Questo è il sostituto contemporaneo dell’enciclopedia della nostra generazione… Fortunatamente il cervello umano non è ancora connesso a Google.
Perché il dibattito su di un tipo di abbattimento degli animali a scopo alimentare che non sappia entrare nel merito del semplice e chiaro concetto di civiltà non è nemmeno dibattito: è ipocrisia.
Mettere in discussione una pratica abominevole come la macellazione rituale halal (o kosher, se preferiamo, per par condicio) significa esprimere quel senso di civiltà che una società fatta di persone e non di pusillanimi, ha il dovere morale di mettere in atto.
Ricordo che nel procedimento di uccisione dell’animale secondo il rito Halal, per i musulmani, e Kosher per gli ebrei, non è accettato lo stordimento preventivo.
L’animale, infatti, deve essere cosciente al momento dell’uccisione, girato su sé stesso con un mezzo obbligatorio di contenimento meccanico, e viene operata la recisione di trachea ed esofago, ma senza spezzare la colonna vertebrale, perché durante la procedura la testa dell’animale non si deve staccare.
Questa pratica, estremamente cruenta, è consentita in Italia solo se praticata in uno degli oltre 200 macelli autorizzati (praticamente ovunque), ma, purtoppo, non sono rari i casi di macellazione “familiare”, eseguita per festeggiare delle ricorrenze religiose, pratica illegale e perseguibile per legge (Regolamento comunitario 1099/2009, Decreto Legislativo 131/2013 – articolo 6 del Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n. 193 – articolo 544 bis del Codice penale).
Torniamo comunque alla macellazione halal, quella autorizzata, se praticata nei macelli accreditati.
Questo abominio è praticato nel tacito assenso di una comunità europea che, avendo perso la propria coscienza ideologica, ha perso per strada anche la propria autorevolezza nei confronti di chi pensa che la barbarie possa essere garantita in nome di un’usanza connaturata ad una cultura.
Che già è un gioco di prestigio collocare questa pratica nel capitolo della cultura…
Ma se le norme comunitarie e nazionali risultano totalmente inefficaci ad imporre un minimo di rispetto delle elementari norme di civiltà, almeno potrebbero tentare questa impresa di buon senso quelle norme che rientrano nel campo della salute umana (quelle in nome delle quali non si è pensato neanche un attimo ad impedire alle persone di dare l’estremo saluto ai familiari che morivano, ad impedire di svolgere le attività lavorative, ad impedire la vita sociale e tutto quello che ben conosciamo: ecco, quelle lì, che si sono dimostrate più efficaci dei metodi della gestapo o del kgb):
Sugli aspetti legati alla salute umana, studi scientifici condivisi da qualunque scienziato in campo medico, che si rispetti, hanno evidenziato che la sofferenza dell’animale in fase di macellazione genera nel suo organismo il rilascio di tossine che si accumulano nelle carni e che diventano parte integrante del consumo alimentare umano.
Viviamo in una società incapace ad imporre criteri di buon senso, in nome di un’etica che, chiaramente a senso unico, è talmente indebolita e relativizzata da non avere nemmeno più voce per proibire altri tipi di cosiddetta etica, che nulla hanno a che fare con il senso di civiltà.
Ecco, ad una società così pavida potrebbe venire in soccorso almeno una visione sanitaria, laddove non bastasse l’evidenza di una pratica orribile che nessuna persona sana di mente potrebbe considerare lecita e, guarda caso, il termine halal in arabo significa proprio “lecito”…
Intenzione della mozione in questione è applicare, in nome delle prerogative della nostra autonomia, che, almeno nel territorio della nostra regione, questa pratica disgustosa di macellazione non possa trovare applicazione.
E a seguito delle premesse espresse, ribadisco, quindi, da parte mia le impegnative della mozione che per puro buon senso, oltre che per un’etica di rispetto verso il benessere animale, ho sottoscritto.»
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da Emilio Bazzocchi
Vietare il divieto ? Cioè deve essere permesso ?