In Consiglio comunale abbiamo presentato una mozione per chiedere la riduzione, per almeno il 50%, della Tari per tutte le attività commerciali presenti sul territorio di Aosta per tutto il 2021 e per chiedere l’azzeramento della stessa per tutti quei mesi in cui gli esercizi commerciali sono stati obbligati a rimanere chiusi per via delle limitazioni imposte dai Dpcm.
«Il Consiglio dei Ministri – ha spiegato il Consigliere Sylvie Spirli – ha prorogato lo stato di emergenze al 31 luglio 2021. I diversi provvedimenti emanati per contrastare l’epidemia hanno avuto pesanti conseguenze sugli esercizi commerciali, in particolar modo i bar e i ristoranti. All’interno della Relazione finale della Commissione speciale Covid-19 abbiamo sottolineato la necessità di procedere a delle agevolazioni sulla Tari per tutte le attività commerciali presenti sul territorio comunale. La nostra mozione va quindi in quella direzione».
Il vice Sindaco ha risposto che, con le risorse attuali, non è possibile azzerare la Tari e, “per prudenza” non ha voluto sostenere la nostra mozione nemmeno dopo la nostra proposta di emendamento.
«Il Consiglio – ha commentato il Capogruppo Sergio Togni – deve anche esprimere delle valutazioni politiche: votare questa mozione sarebbe stato un chiaro segnale che si volevano aiutare i nostri cittadini».
«Vorrei far notare al vice Sindaco – ha sottolineato il Consigliere Bruno Giordano – che dalla data di oggi il Decreto Sostegni bis è legge dello Stato. Le chiederei di leggere gli articoli 6 e 7. Dovete essere voi in grado di intercettare questo denaro. Quello che chiedevamo alla maggioranza non era un atto di suicidio, ma un atto di coraggio. I soldi stanno arrivando. Diamo un segnale concreto a chi ha patito più di altri la crisi. I bar e i ristoranti sono stati chiusi per 65 giorni e in quel tempo non hanno prodotto alcun rifiuto. È una questione di buon senso, di equilibrio. L’obiettivo non è approvare una mozione, ma che cosa diciamo alle persone che sono sull’orlo del fallimento visto che il Governo non ha rinnovato il blocco dei licenziamenti? Che prudenzialmente non ci sentiamo di credere a una legge dello stato che stanzia 600 milioni di euro? Vi chiediamo un atto di coraggio».