In Consiglio regionale abbiamo presentato un ordine del giorno collegato al Defr che impegnava il Governo regionale a definire, nell’ambito della strategia regionale “fossil fuel free 2040”, un Piano regionale per l’Idrogeno volto a sviluppare una filiera locale della ricerca e della produzione dello
stesso, a scopi civili, anche attraverso l’individuazione di un’area (e.g. di proprietà regionale da poter dare in locazione e/o concessione ai soggetti capofila) dove poter insediare un centro di ricerca e produzione dell’Idrogeno e/o di realtà attinenti a tale ambito di riferimento.
Il Consigliere Simone Perron ha spiegato: «Riteniamo lo sviluppo dell’idrogeno un campo fondamentale non solo a livello ambientale, ma anche economico perché legato a posti di lavoro e alla filiera che ruota attorno alla sua produzione, stoccaggio e commercializzazione. Servirà uno sforzo comune per sviluppare una filiera locale e condividiamo la necessità, espressa dalla Giunta nel DEFR, di sviluppare una Zona franca della ricerca che può andare anche in questa direzione.
Il tema della produzione dell’idrogeno guarda al futuro della nostra regione in coerenza con la visione ambientale, con un’ ottica di sviluppo industriale e con la possibilità di attivare studi e ricerca avanzati. Ecco perché dobbiamo declinarla e condividerla a livello regionale per coglierne i massimi frutti. E’ una grandissima opportunità che possiamo cogliere e che vedrà vincenti tutte le forze politiche in campo. Nessuna esclusa.
In quali settori potremmo usare l’idrogeno:
– trasporti pesanti: già abbiamo parlato dei treni, non oggetto oggi, ma esempio di Lombardia, Germania, Francia. Autobus come nel caso di Bolzano. Autotrasporti (si parla anche di grandi navi e aerei nel futuro), prime autostrade a idrogeno tra Austria, Germania e Italia del nord est.
– settore siderurgico, che ricorre sempre più all’idrogeno per l’abbattimento delle emissioni. Noi abbiamo la Cogne, chiaramente.
– in Europa si stanno sviluppando progetti di conversione delle reti di teleriscaldamento da gas a idrogeno, come nella città di Leeds, nel Regno unito. Si parla molto di blending, di miscelazione con altri gas per poterne sfruttare le infrastrutture esistenti.
Parliamo di numeri. A livello nazionale si parla di 5 GW di capacità del sistema e 200 mila posti di lavoro. A livello europeo si parla di 40 GW di potenza data dall’idrogeno, e un settore in cui l’Europa può diventare protagonista assoluta (le batterie le abbiamo già perse a favore della Cina) a livello di indotto e filiera. Tradotto, ambiente, denaro e posti di lavoro. E’ una grandissima opportunità che possiamo cogliere e che vedrà vincenti tutte le forze politiche in campo».
L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.