Benessere Sociale e Sport

Una società che guarda avanti si pone l’obiettivo di mettere al primo posto l’attenzione verso i più deboli, focalizzandosi non su erogazioni a pioggia una tantum, ma su percorsi specifici che possano rendere autonome le persone. Famiglie in situazione di disagio, sia economico che sociale, disabilità, anziani, minori, presentano numerose sfaccettature che vanno affrontate singolarmente con umanità ed attenzione mettendo al primo posto i nostri cittadini.

Politiche Sociali

Il progressivo deterioramento del tessuto sociale ed economico della Valle d’Aosta rende necessario un intervento in ordine alle politiche sociali che si ponga l’ambizioso obiettivo di intervenire con forza per raggiungere quattro importanti capisaldi:

  • mettere al primo posto, negli aiuti e nei servizi, i nostri cittadini;
  • indirizzare l’azione di sostegno verso chi realmente si trova in difficoltà, escludendo chi truffa la Pubblica Amministrazione;
  • costruire percorsi personalizzati che permettano, a chi si trova in difficolta, di raggiungere l’autonomia personale;
  • creare sinergie fra le politiche sociali, edilizia residenziale pubblica e il mondo del lavoro.

Il primo obiettivo è estremamente ambizioso, ma altrettanto necessario per ristabilire l’equità sociale; è infatti paradossale pensare di sostenere gli ultimi arrivati sul nostro territorio ignorando completamente chi, invece, nella nostra Regione è nato o chi risiede in Valle d’Aosta da più tempo. Questo sistema è talmente paradossale, ma attualmente in uso che, purtroppo, diventa fucina, questo sì, di ingiustizie, tensioni sociali, del crescere di insofferenza e sentimenti di odio e discriminazione. Premiare invece chi ha contribuito a costruire e far prosperare la nostra comunità, con il lavoro e il pagamento delle imposte e si trova in un momento di difficoltà, risulta un modello vincente, applicato in molte regioni virtuose, e che ha mostrato indubbi effetti benefici sul tessuto

sociale. L’intervento che ci proponiamo, quindi, per arrivare alla realizzazione di questo obiettivo, è di operare una revisione delle norme che regolano l’accesso ai contributi, dopo una attenta analisi dei dati sui vari settori.

Un altro importante obiettivo di equità sociale, che mira non soltanto a ristabilire i criteri di priorità, ma anche a diventare un mezzo di educazione civica e promozione dei buoni comportamenti è l’esclusione, dal sostegno pubblico, di chi si rende protagonista di truffe nei confronti della pubblica amministrazione, oltreché da chi, in realtà, finge solo di trovarsi in difficoltà ma ha le risorse necessarie per sostentarsi.

Ad oggi in pochissimi casi si decade da qualsivoglia tipo di sostegno se si mente sulla propria situazione economica, facendo crescere la percezione che non vi sia alcuna differenza fra chi si comporta bene e chi si comporta male, ed anzi, incoraggiando comportamenti illeciti a fronte della mancanza di sanzioni.

Per contrastare questo fenomeno, ed avere una visione complessiva di chi si rivolge alla Pubblica Amministrazione per avere un sostegno economico e sociale, e scoraggiare episodi di indebite percezioni sono importanti tre azioni:

  • creazione di una banca dati regionale;
  • intensificazione dei controlli;
  • introduzione di modifiche normative.

La banca dati regionale si rende necessaria per poter dare uno sguardo complessivo sullo stato socioeconomico di un nucleo familiare, grazie al quale si possa avere una fotografia precisa non solo del reddito, ma anche degli eventuali aiuti percepiti, delle eventuali insolvenze o di incongruità nelle dichiarazioni, permettendo di stabilire se eventuali morosità siano incolpevoli o simulate.

L’intensificazione dei controlli, grazie alla banca dati e precisi obiettivi dirigenziali, potrà consegnare in maniera più rapida ed efficace una fotografia del nucleo che chiede aiuto, e permettere controlli più numerosi, rapidi ed efficaci che permettano di indirizzare le risorse nei casi di vero disagio economico.

Per l’ultima azione, verso il contrasto al fenomeno delle indebite erogazioni, si rende necessaria una conseguente modifica normativa nelle leggi regionali che disciplinano il settore, che porti all’introduzione di sanzioni e decadenze dal supporto in caso di malversazioni.

Per il penultimo obbiettivo risulta prioritario analizzare l’attuale sistema di sostegno al disagio socioeconomico, che in larga parte è formato da erogazioni di singoli contributi, generalmente di scadenza annuale, che creano una sorta di dipendenza, se non di sudditanza, del nucleo familiare dall’amministrazione, senza progettualità né possibilità di visione futura.

È pacifico, infatti, che vi siano molteplici situazioni che non possano essere accomunate, e che richiedono risposte diversificate e specifiche. Le necessità di un nucleo con una grave disabilità o con soggetti con una età tale da non poter rientrare nel mondo del lavoro siano diametralmente opposte a quelle di un nucleo che attraversa una momentanea difficoltà economica ma che ha la possibilità di poter ritornare ad essere parte attiva della comunità provvedendo alle proprie necessità economiche in autonomia.

Nel nostro modello ci proponiamo di modificare il sistema descritto tramite una misura unica che possa riunire i molteplici rivoli attuali in un progetto personalizzato a seconda dell’esigenza, dalla più grave alla più lieve, prendendo in considerazione non solo la situazione momentanea del soggetto, ma anche quella di prospettiva, ovvero introducendo percorsi per il raggiungimento di autonomia e indipendenza in caso di difficoltà superabili e stabilizzando percorsi di assistenza in caso di disagio permanente.

Per quanto concerne le sinergie fra politiche sociali, edilizia residenziale pubblica e il mondo del lavoro riteniamo fondamentale che i tre settori dialoghino tra di loro poiché rappresentano, ognuno per la loro competenza, una diversa risposta per la risoluzione del problema del disagio socioeconomico.

La presa in carico del disagio sociale, infatti, non può prescindere dalle valutazioni in ordine alla garanzia dell’alloggio, e i due aspetti non possono fare a meno dell’integrazione con il mondo del lavoro, vero volano che può permettere il reinserimento sociale e l’uscita definitiva dalla situazione di necessità. Ad oggi, purtroppo, i tre aspetti risultano agire in maniera indipendente e scoordinata, ma risulta evidente che tali deleghe possano essere equiparate al contenuto ed alla forma, che non possono sussistere disgiunte.

Infine particolare attenzione andrà dedicata al settore della disabilità, non solo in supporto delle famiglie, ma anche in prospettiva di intervento ad integrazione dei benefici già erogati ed individuando, con associazioni ed enti, i percorsi migliori da adottare a seconda della patologia.

Pertanto, saranno pianificate azioni a beneficio di tutte le famiglie, con particolare attenzione alle componenti più fragili quali: minori, persone con disabilità, anziani, persone che vivono nel disagio per problemi sanitari e di povertà. Saranno elaborate strategie innovative a favore delle nuove fragilità emerse dall’evoluzione della società attuale con il coinvolgimento attivo dell’associazionismo.

Infine tre proposte concrete e già in itinere durante la XV legislatura che potranno dare la misura della direzione della quale si intende portare questo fondamentale settore della nostra società:

  • integrazione delle pensioni di invalidità: già realizzato in Trentino Alto Adige, rappresenta una misura di civiltà per permettere una equità sociale per chi si trova ad affrontare una condizione di svantaggio e difficoltà.
  • realizzazione del Fattore Famiglia: già proposto ma mai esaminato dal Consiglio Regionale, l’adozione di questo fattore da applicarsi alle erogazioni ed ai servizi regionali, potrà premiare le famiglie, specialmente quelle con più figli, e stimolare le nascite;
  • revisione del settore delle micro-comunità: una revisione dei criteri di inserimento permetterà di avere comunità nelle quali possa davvero essere costruita una socialità fra gli ospiti, avvicinare le famiglie ai propri cari e rivedere una parte dei costi a carico delle famiglie riequilibrando i requisiti d’accesso.

Edilizia Residenziale Pubblica (ERP)

L’attuale gestione dell’Edilizia Residenziale Pubblica deve necessariamente passare per una approfondita revisione della legge-pilastro che la disciplina, per essere adattata al mutato scenario sociale che ha visto profondi cambiamenti sia nella popolazione valdostana, sia nei requisiti richiesti per accedere agli alloggi.

La prima necessità è quella di stabilire nuovi criteri di residenza per l’idoneità alla richiesta di assegnazione, secondo quanto già applicato in diverse Regioni quali Lombardia, Veneto, Liguria e Trentino Alto Adige, aumentando gli attuali due anni in cinque anni di residenza in Valle d’Aosta e otto anni in Italia, permettendo così di premiare chi risiede da più tempo e mettendo al primo posto i nostri cittadini.

In secondo luogo è necessario stabilire dei limiti di reddito per la permanenza negli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, poiché ad oggi, una volta acquisita l’assegnazione, anche se si diventa multimilionari l’alloggio rimane assegnato vita natural durante, a differenza di tutte le altre Regioni. Risulta necessario quindi modificare la legge 3/2013, che disciplina i criteri di permanenza, prevedendo la decadenza in caso di sforamento di un tetto di reddito, evitando quindi l’attuale condizione di assegnazione a nuclei con redditi superiori ai centomila euro annui.

Infine risulta prioritario dare applicazione all’art. 42 della già citata legge 3/2013, nello specifico nei paragrafi che prevedono la decadenza di chi abbia adibito l’alloggio ad attività penalmente rilevanti, di chi tenga comportamenti socialmente pericolosi per l’incolumità pubblica e di chi non rispetti, reiteratamente, i regolamenti e le norme di comportamento stabilite dagli enti gestori. Questo intervento risulta necessario secondo una doppia impostazione, ovvero da una parte sanzionare i comportamenti illeciti e/o molesti, salvaguardando la quiete ed il decoro degli alloggi e dei quartieri in cui sono inseriti, dall’altra promuovere l’idea che i beni di proprietà pubblica devono andare a chi si comporta in maniera corretta e non nuoce al prossimo, integrando al meglio il concetto di promozione dell’agio e contrasto al disagio.

Sport

Lo sport deve essere al centro dell’azione politica futura, sotto varie linee di azione. La prima è quella di incentivare non solo lo sci, ma tutti gli sport, creando incentivi per le famiglie affinché i giovani possano avvicinarsi alle più svariate attività. Lo sport è salute, è socializzazione, è scuola di vita: è vita.

La Valle d’Aosta è una meravigliosa palestra a cielo aperto: per questo, come seconda linea di azione, bisogna utilizzare lo sport come volano per il turismo. Bisogna quindi rilanciare, anche a livello mediatico, un messaggio legato al benessere, al divertimento e alla magia che il nostro territorio offre spontaneamente, implementando e diversificando al massimo l’offerta rivolta a tutti: dalle persone più sportive che cercano le emozioni legate all’estremo e all’alta montagna, alle persone più anziane, ai bambini e semplicemente alle persone più sedentarie, che possono essere invogliate a venire in Valle per entrare in contatto con la natura con un approccio molto più delicato.

In materia di sviluppo dell’attività sportiva, pertanto, crediamo prioritario dar corso alla revisione della normativa di settore retta dalla legge regionale n. 3 del 1° aprile 2004 prevedendo l’inserimento di uno specifico capitolo relativamente ai seguenti temi:

  • diversamente abili;
  • sport di cittadinanza;
  • doping;
  • specifici incentivi per gli sport invernali e di montagna affinché i giovani atleti proseguano l’attività sino almeno all’età di 23 anni.
  • Riteniamo, inoltre, importante definire una specifica interlocuzione con il Comune di Aosta per addivenire ad un Accordo di programma per la ristrutturazione dello stadio Puchoz costituendo un polo sportivo (con annessa palestra) al fine così di rispondere alle esigenze delle scuole e delle società sportive operanti nella Plaine.

Al contempo sarà necessario procedere, in collaborazione con il Comune di Aosta, al rifacimento della pista di atletica del campo scuola Tesolin ed avviare la procedura per la definizione di uno studio di fattibilità per la creazione di un collegio per studenti atleti in Aosta.

Con riferimento al settore dell’istruzione, vogliamo effettuare una valutazione unitamente all’Assessorato alla Pubblica Istruzione finalizzata all’inserimento di due moduli di educazione fisica condotti da un laureato in scienze motorie in seno alla Scuola Primaria.

Iscriviti alla Newsletter

e rimani aggiornato su tutte le iniziative di Lega Vallée d'Aoste.


l'Autonomia
è la nostra priorità.

Lega Vallée d'Aoste
Indirizzo

Via De Tillier 14 - 11100 Aosta

Telefono
E-Mail