Stupisce la presa di posizione da parte dei Sindaci riuniti nell’assemblea del CPEL di ieri, contraria alla Proposta di legge presentata dal gruppo Lega Vallée d’Aoste sul blocco dell’apertura di medie e grandi superfici di vendita. Una legge che va contro i grandi interessi e contro la colonizzazione da parte di grandi gruppi della nostra Valle.
Abbiamo dei borghi quasi morti anche a causa dei grandi esercizi commerciali che si fanno concorrenza fra loro e i Sindaci cosa fanno? Votano contro una legge, peraltro già in vigore in altre Regioni, nascondendosi dietro un potenziale vizio di legittimità, quasi che i Sindaci stessi fossero diventati improvvisamente adoratori del liberalismo selvaggio con la preparazione giuridica di magistrati di Cassazione e come se le strutture del Consiglio Regionale fossero invece incapaci di evidenziare la possibile illegittimità di una norma.
Lasciano allibiti poi le parole del presidente del Celva, l’avvocato Micheletto, membro del CdA di Finaosta, secondo cui una pecca della legge sarebbe di non intervenire sulle grandi superfici di vendita esistenti, che si troverebbero a suo parere allora in «condizioni di monopolio», come se una norma del genere potesse essere retroattiva. Micheletto, di fatto, ammette apertamente di volere ancor più ipermercati e in concorrenza ancora più feroce tra loro. E amen per il commercio di dettaglio comunale…
“Una presa di posizione grave, quella dei sindaci – commenta il vice Capogruppo della Lega Vallée d’Aoste e primo firmatario della legge Erik Lavy -. C’è da chiedersi se qualcuno di loro abbia rappresentato i cittadini o sia stato succube di altri interessi, come le entrate nelle casse comunali garantite da questi palazzi di cemento. Votare contro una legge che blocca la costruzione di nuovi grandi esercizi commerciali è una scelta che condanna a morte i piccoli esercizi che non potranno mai competere con grandi gruppi, il cui solo e legittimo interesse è il profitto. Il solo interesse di un Sindaco dovrebbe essere invece il bene della sua comunità, ma evidentemente qualcuno ha fatto confusione…“