Perron: la sostenibilità avrà costi sociali ed economici enormi

Ieri in Consiglio regionale ci siamo astenuti sull’approvazione della  Strategia regionale di sviluppo sostenibile della Valle d’Aosta.

Nel corso del dibattito è intervenuto il Consigliere Simone Perron.

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Partiamo da capo, tutto comincia con l’AGENDA ONU 2030 per lo Sviluppo sostenibile, adottata il 25 settembre 2015.

Nuova agenda universale, l’obiettivo è realizzare pienamente i diritti umani di tutti e a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne bilanciando dimensione economica, sociale e ambientale.

Il grande sogno di un mondo totalmente globale e globalizzato, uniformato e uniforme, digitalizzato e pacifico, completamente governato da organismi sovranazionali che passano sopra a popoli, nazioni e culture differenti, che volontariamente cedono le proprie sovranità.

Come? Sono soprattutto i paesi membri a contribuire al bilancio dell’ONU:

Se andiamo dunque a sommare i contributi obbligatori e volontari versati dall’Italia all’ONU, alle sue agenzie specializzate e ai vari fondi e programmi, otteniamo un ammontare di circa 730 milioni di euro all’anno, dato del 2016.

Bene tutto parte da qui.

Da una risoluzione di 8 anni fa, con 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, poi utilizzati come bussola per la ripresa dell’Europa post pandemia.

Da qui il RECOVERY FUND (fondo di recupero, NON FOUND) E NEXT GENERATION EU, quindi agli stati nazionali, anche con il PNRR, e poi a cascata alle regioni fino ad arrivare ai comuni.

Ora quello che a me salta agli occhi è, per prima cosa, l’enormità dell’apparato burocratico che viene messo in piedi per “mettere a terra” questi obiettivi. Obiettivi che tra l’altro sono frutto di una visione totalmente progressista, con annessa ingegneria sociale su ogni ambito della vita sociale ed economica.

Per fare un esempio, per la questione della GOVERNANCE: le fasi sono PROGRAMMAZIONE, GESTIONE, PROGETTAZIONE, ATTUAZIONE, RENDICONTAZIONE E CONTROLLO, MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA, VALUTAZIONE E COMUNICAZIONE.

Probabilmente sono finite perché sono finiti i termini nel vocabolario.

Tutto l’impianto è di questo tipo, fin nei minimi dettagli.

Stiamo costruendo un gigantesco castello di carte burocratico, e infatti poi CI MANCANO gli apparati, si devono creare le task forces specifiche temporanee (pro tempore), si devono prevedere “rafforzamenti in termini di risorse, dotazioni organiche, competenze di meccanismi di relazione e funzionamento”, rigenerazione amministrativa, ecc.

E infatti siamo sempre in crisi con il personale regionale. 30-50 persone hanno lavorato su questo documento, ma non ci sono state nuove assunzioni di personale. 

È tutto un processo che dall’alto viene calato verso il basso. Opportunità certo, ma tutte legate a condizionalità e soprattutto bisogna ricordare che o STIAMO FACENDO NUOVO DEBITO per le generazioni future (nel pnrr i prestiti) oppure richiediamo nuove tasse europee (sempre nel pnrr i soldi a fondo perduto).

Quindi stiamo seguendo un modello dirigista e iper-burocratizzato.

Siamo destinati, qui in questo consiglio regionale, a diventare i meri esecutori di volontà e visioni politiche altrui?

E se noi volessimo un altro modello per la nostra Nazione e per la Valle, con la burocrazia RIDOTTA AL MINIMO, la tassazione ridotta al minimo, sarebbe compatibile con questo? No, siamo agli antipodi.

E per realizzare questi obiettivi, potremo MANTENERE LE LIBERTA’ INDIVIDUALI e collettive, come quelle che abbiamo conosciuto, e mi riferisco soprattutto alla libertà di espressione che ogni volta che compare una minaccia, come il covid, o la guerra, o il riscaldamento globale ecc…viene subito messa in discussione, tanto che chi osi dire qualcosa di non conforme viene ostracizzato o estromesso dalla vita sociale?

Perché forse è meglio non dire che la sostenibilità oltranzista, del tutto e subito, ha e avrà dei costi sociali ed economici enormi? 

Facciamo l’esempio del settore auto in Italia, che con la fine di produzione di auto a motori endotermici nel 2035 subirà grandissimi danni, perché la filiera in senso stretto, quindi case auto, fornitori di componenti e allestitori, dà lavoro diretto e indiretto a 268.300 persone in 5.135 imprese che pesa per il 5,2% del Pil.

Forse è meglio non dire che anche le auto a batterie hanno costi ambientali pesanti, che non potremmo sostenere la ricarica di batterie per tutte quelle previste e corriamo il rischio di avere auto elettriche per poi alimentarle con elettricità da fossili.

Ma la questione della manipolazione del linguaggio è ampia, dall’idiozia della schwa fino ad arrivare al termine “crisi climatica” al posto di “cambiamento climatico”, perché ovviamente bisogna seguire le parole di Greta Thunberg che dice  “I want you to panic.” Io voglio che voi sentiate il panico. Io voglio che sentiate la paura che sento io tutti i giorni. E poi voglio che agiate.”

Ora è in ossequio a questo tipo di pensiero che noi applichiamo una agenda stabilita da altri.

Dalla nostra parte, da chi si definisce conservatore, oltre che liberale, questo approccio è sbagliato perché riduce e ridurrà gli organi della democrazie liberali come le abbiamo conosciute a organi SVUOTATI di poteri, di competenze e di sovranità.

Trasforma i politici eletti in burocrati e amministratori. Le vere scelte politiche vengono prese altrove, da persone non elette da nessuno.

Gonfia a dismisura l’apparato burocratico, CHE COSTA AI CONTRIBUENTI, SOPRATTUTTO ALLE CLASSI PRODUTTIVE, con documenti su documenti, tavoli di lavoro, task forces e organi che si autoalimentano. 

Con risultati poi tutti da dimostrare, perché la storia dice chiaramente che questi approcci si rivelano nel lungo termine fallimentari.

Ai posteri la sentenza, come diceva qualcuno.

Ad ora quindi esprimiamo il nostro voto di astensione.»

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