Questa mattina in Consiglio comunale è stato analizzato il rendiconto 2021 del Comune di Aosta. Nel corso del dibattito è intervenuto il Consigliere Bruno Giordano.
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Il conto consuntivo che analizziamo oggi rappresenta una fotografia di ciò che è stato. Caricare di significati altri il conto consuntivo è fuorviante per i cittadini, perché non consente di fare sufficiente chiarezza.
Si fa fatica a comprendere come sia stato possibile, per il Collegio dei revisori dei conti, esprimere un parere favorevole quando in alcuni punti pare che la relazione faccia intendere che il rendiconto è contra legem.
Quello che manca in questo rendiconto è quello che io chiamo il “bilancio che non c’è”. L’amministrazione ha trascorso il 2021 nell’intercettazione dei numerosi fondi alternativi che compongono di fatto un altro bilancio. Oggi abbiamo circa 60 milioni di euro tutti dedicati agli investimenti su un bilancio che non c’è, ma che bisogna saper spendere.
L’avanzo di amministrazione poi sembra un mostro, 43 milioni di avanzo. L’avanzo vero, che rimane comunque alto, è di circa 19 milioni di euro e vedremo dove l’Amministrazione andrà a collocarli, immaginiamo secondo un ordine di priorità che dovrebbe mettere in luce l’azione di una maggioranza che è capace di stare insieme.
Dobbiamo, a parer nostro, riscrivere le regole della Legge 48, che ormai è datata, anche perché nel frattempo sono cambiati i sistemi di contabilità. Il bilancio armonizzato infatti cambia le regole e agisce di più sui residui e sugli accantonamenti. Non possiamo permetterci di continuare ad andare avanti con i parametri della redistribuzione della 48 quando il sistema è cambiato.
Rivendichiamo infine con orgoglio il fatto che Aosta è la vera Capitale della nostra Autonomia. Noi siamo centrali economicamente e da ogni punto di vista. Tutti i servizi che tengono in piedi la Valle d’Aosta fanno capo alla nostra città.
Politicamente bisogna dire le cose come stanno ed io faccio fatica a comprendere politicamente come sia stato possibile esprimere un parere favorevole a questo rendiconto.
Chiudendo, siamo convinti che o applichiamo ai nostri bilanci una politica di sviluppo e di rilancio o continuiamo con i vorrei ma non posso.»