In Consiglio comunale è stato approvato il nostro ordine del giorno avente ad oggetto “Aosta città necessaria”.
L’ordine del giorno impegna l’Amministrazione comunale:
- a formalizzare la costituzione di un tavolo istituzionale politico e tecnico con la Giunta Regionale per una riforma della legge regionale nella sua parte attuativa, anche per ciò che concerne il finanziamento degli investimenti;
- a proporre una estensione temporale della legge almeno per un ulteriore decennio, fino al 2034;
- a richiedere, per ciò che attiene i finanziamenti in parte corrente per le attività previste dall’art. 2 comma 2, un congruo aumento del trasferimento;
- ad individuare nuove opere in conto capitale da concordare con l’Amministrazione Regionale, anche sulla base di progetti e opere di iniziativa di altri enti e che rivestono carattere strategico per lo sviluppo della città.
Qui di seguito l’intervento del Consigliere Bruno Giordano.
«Già nel 1985 i Consiglieri comunali della città di Aosta si chiedevano quale potesse essere il futuro della città per darle un connotato diverso che non fosse solo quello di città operaia. Dal 1988 al 1992 Aosta ebbe 4 sindaci. Il Sindaco veniva eletto dal Consiglio comunale e poteva essere rimosso tramite una mozione di sfiducia. Nonostante ciò, la magna vexata quaestio del ruolo di Aosta all’interno della Regione non venne abbandonata e si arrivò a una bozza di legge che individuava una strada maestra: una legge regionale che finanziasse straordinariamente interventi per la riqualificazione di Aosta quale moderno capoluogo regionale. Fu una grande conquista, ma come per tutte le leggi di principio la sua corretta applicazione era demandata all’Amministrazione regionale. La Giunta di allora approvò meccanismi di applicazione molto farraginosi. Il limite di questa legge era quello di non farsi carico delle conseguenze degli investimenti messi in campo perché la manutenzione ricadeva sulla parte corrente del bilancio. Nel 2010 si decise di riscrivere la legge e nel 2011 il Consiglio regionale approvò la legge “Aosta capitale dell’Autonomia” con un milione e mezzo per le opere da realizzare e un altro milione e mezzo per la parte corrente. Senza questa legge non si sarebbe potuto amministrare il Comune di Aosta perché il patto di stabilità conteneva una tagliola troppo grossa per poter essere sopportata. Questa legge finanziava cinque assi più un milione e mezzo per ogni anno per la parte corrente.
Tale legge, se rivista, consentirebbe all’Amministrazione comunale di provvedere a quel rilancio di cui la nostra città avrebbe bisogno. Dobbiamo riportare al centro della nostra attenzione come far riconoscere la peculiarità del ruolo che la città di Aosta ha al centro della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Per questo parliamo di città necessaria. Non possiamo dividerci su una battaglia di principio sul riconoscimento di Aosta come città necessaria, come Capitale della nostra Autonomia. Questa, per noi, è la mamma di tutte le questioni. Se non la risolviamo continueremo ad avere a che fare con bilanci che devono fare i conti con tagli e con aumento della pressione fiscale sui nostri cittadini. Dobbiamo tenere aperti i riflettori su questo tema perché altrimenti avremo problemi a chiudere i bilanci per la parte corrente se la legge non verrà rifinanziata per i prossimi dieci anni. Questa è la madre di tutte le battaglie».