Nella seduta del Consiglio regionale di ieri, giovedì 11 febbraio, avevamo presentato una risoluzione per impegnare il Governo regionale a emanare una nuova ordinanza che, alla luce della particolarità del nostro territorio, permettesse la riapertura di bar e ristoranti fino alle 22.
Il Presidente Lavevaz e tutta la sua maggioranza, con la loro astensione, hanno detto un chiaro no a tutti quei valdostani che da troppo tempo aspettano risposte che non sono mai arrivate.
Con la nostra risoluzione ci eravamo infatti fatti interpreti del sentimento di disperazione manifestato da coloro che si occupano di somministrazione di bevande e alimenti. Un settore, quello dei bar e dei ristoranti, fortemente penalizzato dalle disposizioni che si sono susseguite e che hanno limitato fortemente le loro attività.
Chi, fino a qualche giorno fa si ergeva a favor di telecamera a finto paladino dell’Autonomia, non ha avuto ieri il coraggio di fare un passo decisivo nei confronti di chi, più di tutti, sta subendo le conseguenze della crisi economica in atto. E non parliamo di piccoli cali di fatturato: parliamo di aziende che non possono pagare l’affitto e i dipendenti, che hanno ricevuto ristori irrisori, che hanno perso le merci deperibili acquistate.
Non si capisce peraltro perché si sia scelto di riaprire musei e palestre, contravvenendo alle norme nazionali in virtù dei piccoli numeri della nostra Regione e “in considerazione della rilevanza del benessere psicofisico per la collettività”, e invece non si decida di andare incontro a una categoria che è stata letteralmente massacrata dalle continue chiusure.
Come se tutto ciò non bastasse, nel corso del dibattito in Aula, la maggioranza ha presentato una risoluzione farlocca con cui, di fatto, non ha preso alcun impegno serio e concreto nei confronti della categoria. Un mancato impegno che non ci sorprende, visto quanto il Presidente ha osteggiato l’approvazione della legge 11/2020 (cosiddetta “anti DPCM) proposta dalla Lega con l’appoggio di Pour l’Autonomie e poi approvata insieme agli autonomisti. Egli l’ha subita e poi si è trovato a doversi erigere a finto paladino dell’Autonomia che poi, alla prova dei fatti, non agisce.
Chi si occupa di ristorazione, e i valdostani tutti, non ha bisogno di lacrime di coccodrillo versate in Consiglio regionale. Ha bisogno che la massima assise valdostana, nella sua interezza, dica un secco no a misure che sono totalmente scollegate dalla nostra realtà e che ci penalizzano più di tutti. Questo continuo servilismo nei confronti di Governi romani, come l’ultimo, che si disinteressano completamente della montagna, continua a rappresentare una grave minaccia all’Autonomia della nostra Regione!